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Le case mobili dell’Accademia ad Amatrice: «Un regalo grandissimo»

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«Una gentilezza che ci ha riempito il cuore». Da Amatrice a Bergamo, oltre seicento chilometri ma un pensiero che corre veloce, più forte degli ostacoli che quel maledetto sisma del 24 agosto ha messo sul cammino della vita di migliaia di persone. Sono arrivate nel Reatino le tre case mobili donate dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo ad altrettante famiglie della cittadina più duramente colpita dal terremoto, un aiuto concreto che dà sollievo: «Sono bellissime, molto confortevoli – prosegue nel racconto Mauro Gianni, uno dei destinatari delle abitazioni provvisorie -. Qui viviamo mia suocera, i miei nipotini ed io: con noi c’è anche un bimbo di dieci mesi, ha capito ciò che è successo, sono stati giorni durissimi». Gianni è un agricoltore, così come le altre famiglie aiutate dall’associazione bergamasca: «Non volevo lasciare questa terra e nemmeno potevo, perché ho le mie bestie (sorride, ndr), la mia azienda. Dobbiamo ripartire, il ritorno alla vita quotidiana passa anche dal lavoro, dal rianimare l’economia della zona». Il grazie a Bergamo è sussurrato, chissà che un domani non ci si possa incontrare: «Questa circostanza può essere anche l’occasione per scoprire Bergamo, sarebbe sicuramente bello abbracciare chi ci ha portato aiuto», conclude Gianni.

LICINI: «UNA GRANDISSIMA SODDISFAZIONE» Giovanni Licini, anima dell’Accademia, impegnato da diverse settimane a coordinare il progetto, sorride e apre il cuore: «Ormai con queste persone abbiamo un rapporto giornaliero, ci sentiamo con grandissima frequenza: le abbiamo adottate, siamo quasi un’unica famiglia, a febbraio poi saranno con noi a Bergamo per l’iniziativa in cui doniamo a diverse associazioni del territorio quanto raccolto nei nostri tornei annuali di tennis e golf». Giorni frenetici, un confronto quotidiano per ogni problema, ma la gioia dell’aiuto ripaga ogni fatica: «È una grandissima soddisfazione vedere che il nostro impegno è concreto: è un lavoro caparbio, è il nostro obiettivo da anni, sapere che le persone possono toccarlo con mano ci riempie d’orgoglio». Col freddo alle porte, l’ultimo contributo dell’Accademia è prezioso: sono in partenza per Amatrice anche dei termoconvettori e delle stufette elettriche per riscaldare al meglio gli ambienti delle casette.

DA AMATRICE: «SE ANDIAMO VIA DA QUI, FINISCE TUTTO» Mario Clementi, anch’egli agricoltore di Amatrice, risponde in un pomeriggio di lavoro, sta ultimando gli ultimi collegamenti della casa mobile. Prende il telefono, sospira, osserva quelle abitazioni: «Sono splendide, abbiamo ricevuto un regalo spettacolare, una disponibilità impagabile. Qui viviamo in tre o in cinque, cerchiamo di adattarci, è un aiuto prezioso per chi ha perso molto o tutto. Non volevo lasciare Amatrice, sono nato qui, ho la mia attività agricola, il legame con la mia terra è fortissimo. Questo è un aiuto concreto anche per l’economia: se andiamo via, finisce tutto».
A oltre un mese dalla scossa più devastante, il dolore resta profondo, indelebile, ma altrettanto tenace è la forza di vuole ripartire, e ogni aiuto è una spinta verso la serenità. «Per chi ha perso tutto, questo è meglio di un albergo a cinque stelle. Stiamo finendo di collegare i servizi, tra poco sarà pienamente operativa», spiega Massimiliano Guerrini, figlio di Maria Lauretti, imprenditrice agricola che ha ricevuto un’altra delle tre case mobili messe a disposizione dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo: «Qui si stabilirà mia madre, io la seguirò con mia moglie e mio figlio. Non vogliamo mollare, vogliamo resistere, questa è la nostra terra. Penso anche a mio figlio, questi momenti non sono facili da superare, abbiamo avuto un lutto pesante: per lui, cercare di continuare una vita normale è prezioso, anche solamente frequentare la scuola di sempre può essere un conforto. Poi mia madre ha un’azienda agricola, il nostro lavoro è qui». È la forza di chi sceglie di restare, è la lotta quotidiana dentro una tragedia profonda. Ogni aiuto è fondamentale, quello dell’Accademia è «gioia che riempie il cuore».
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