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Gli Amici del torneo: Giorgio Rocca, re dello slalom speciale

DSC_4613 giorgio rocca resizeIl re delle nevi è arrivato a Cividino, Giorgio Rocca incontra l’Accademia dello Sport per la Solidarietà, il Tennis 2016, ritrova un protagonista di gran rilievo. Lo dicono sorriso e curriculum, lo confermano i flash che la Centro Mongodi illuminano il Villaggio Ospitalità. «Fa piacere esserci perché si fa del bene, anche se è da parecchio tempo che non prendo in mano una racchetta», risponde lui, protagonista dentro e fuori la pista, tornato a battagliare sulla terra rossa orobica dopo tanti anni.
Quarantuno candeline ad agosto, origini svizzere ma punta di diamante del movimento azzurro, la sua carriera racconta di risultati ad altissimo livello distribuiti su due decenni, tra anni Novanta e anni Duemila. I Mondiali di Colere del 1993 lo lanciano in campo internazionale, e allora la Bergamasca non può che essere un posto un po’ speciale per Giorgio Rocca, perché da quel momento i suoi sci non si sono più fermati. Specialista dello slalom speciale, in bacheca sbrilluccica la Coppa del Mondo di specialità vinta nel 2006, oltre a tre medaglie iridate e svariati altri metalli distribuiti tra Coppa Europa e Campionati italiani.
Il ritiro nel 2010, quindi una nuova carriera come commentatore sportivo, ma anche la qualifica di allenatore. Come sta il nostro sci, dunque? «I “cavalli” ci sono, nello slalom abbiamo tanti ragazzi forti, però ci sono anche altri rivali che vanno più veloci – ammette Rocca –. Dobbiamo guardare a chi vince e studiarli per carpirne qualche segreto, le loro tecniche, imparare come fanno loro: anche questo è un modo per diventare più competitivi. Certo, poi a volte ci si mettono anche la sfortuna e gli infortuni: sono periodi di alti e bassi, capitano nello sci ma capitano un po’ in tutti gli sport». In attesa di una nuova stagione di trionfi, una certezza però c’è: «Lo sci, comunque, resta una delle discipline più importanti in Italia, e questo è senz’altro positivo». Basta guardare il Tennis 2016, dove gli sciatori sanno fare la parte del leone.