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Gli Amici del torneo: Michela Moioli, la ragazza d’oro dello snow

DSC_8956 michela moioliDa Alzano a Cividino passando per il tetto del mondo. Altre medaglie, altre coppe, altro talento da accogliere al Centro Mongodi. È quello di Michela Moioli, la snowboarder seriana capace di issarsi sulla vetta del globo, alzando una Coppa del Mondo che l’ha già catapultata nell’Olimpo delle nevi a poco più di vent’anni.
Classe ’95, talento cristallino e sorriso irresistibile. Come il richiamo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, come il richiamo del Tennis 2016, che vede nella campionessa alzanese una delle ospiti più gradite. E tra una chiacchiera e l’altra, impossibile non tornare con la memoria, le emozioni e i sentimenti a quel 20 marzo 2016 che le ha cambiato la vita.
La Coppa del Mondo di snowboard cross sollevata sotto il cielo catalano di Baqueira-Beret al termine di una gara incredibile. Tensione, adrenalina, spavento. E poi il tripudio. Perché il successo più bello è stato anche sofferto, con un errore in semifinale che rischiava di compromettere una stagione vissuta a mille: «Quando son caduta, ho pensato che ormai la frittata fosse fatta e che avrei perso – sospira la Moioli riavvolgendo il nastro -. Invece, quando sono tornata in cima alla pista, il mio allenatore mi ha scosso, mi ha ricordato che c’era possibilità della finalina. Allora mi sono “risvegliata”, ho vinto finalina e poi…».
E poi è entrata nella storia, regalando ai colori azzurri il primo trionfo al femminile nella specialità. Ora è tempo di guardare avanti. Perché la competizione è il pane quotidiano di Michela Moioli, una che nel palmares vanta metalli preziosi colti ovunque (due bronzi ai Mondiali juniores tra 2012 e 2013, un altro bronzo ai Mondiali dei «grandi» nel 2015, più un titolo italiano e una manciata di podi in Coppa Europa) e che non vuole certo fermarsi: «I prossimi passi? Gli obiettivi ci sono già, ma non mi piace svelarli, sono scaramantica», sorride la ragazza d’oro dello snow italiano. Una certezza però c’è, divertirsi con la racchetta in mano soprattutto per far del bene: «E poi l’accademia porta fortuna: ogni anno sono sempre più felice di esserci, è un piacere essere qui».