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Gli Amici del torneo: Renato Pasini, campione fino in fondo

In fondo, vince la solidarietà. Quello spirito, quell’impegno, quell’obiettivo. E se lo dice uno che di sci di fondo se ne intende, non può che essere così. «Sono qui perché la causa della solidarietà è sempre da sposare, e poi anche per l’amicizia che da tanti anni mi lega a Giovanni Licini», racconta Renato Pasini, uno che sta nell’Olimpo della disciplina invernale più faticosa. Medaglia d’oro nello sprint a squadre ai Mondiali del 2007 (a Sapporo, in Giappone), sette podi in Coppa del Mondo, sei medaglie agli Assoluti italiani, un curriculum denso di metalli preziosi e la solita gentilezza.
Dagli sci alla racchetta, Renato Pasini torna al Tennis 2016, lui che per l’Accademia dello Sport per la Solidarietà è un volto amico da tanto tempo: «Ogni anno trovo un’organizzazione sempre migliore: tanto di cappello, dietro questo evento c’è un lavoro immane». Da Gromo (piccolo borgo di cui è originario) e dalla Val Seriana (è nato a Gazzaniga nel 1977) a Cividino, per Pasini è sempre un ambiente familiare, accogliente, praticamente un sentirsi a casa: «È una cornice splendida, che va al di là del tennis: io peraltro non sono nemmeno un gran giocatore, ma ci sono sempre perché questo evento merita una grande partecipazione. Il Golden Vip che mi è stato assegnato è un riconoscimento che sento particolarmente, fa bella figura nella mia bacheca accanto alle medaglie mondiali». Già, il «Golden Vip», il premio che l’Accademia assegna ogni anno, un riconoscimento che va oltre l’aspetto prettamente sportivo e abbraccia i valori trasmessi attraverso la propria disciplina: correva l’anno 2009, ecco Renato Pasini a ritirare il «Vip d’onore Gianni Radici».
Terminata la carriera agonistica (suo fratello Fabio, altro atleta di livello, è invece ancora in attività), la nuova vita di Renato Pasini è all’insegna dell’insegnamento. Oggi allena i giovani, li cresce col sogno di regalare nuovi campioni al nostro sci. Dal suo osservatorio privilegiato, l’ex iridato si concede una panoramica sul movimento azzurro: «Lo sci di fondo italiano viene da due stagioni difficili per mancanza di neve. Magari inizia a nevicare con intensità a febbraio, ma le gare iniziano a gennaio, per questo il nostro movimento deve fare uno sforzo in più – ragiona Pasini -. I professionisti possono superare questo ostacolo andando ad allenarsi in Scandinavia, ma per i giovani è un problema parecchio pesante: i ragazzi che alleno hanno sedici anni, vanno a scuola, non possono certo andare in Norvegia».