News

Gli Amici del torneo: Serginho, il Concorde fa decollare il Tennis 2016

Il «Concorde» è atterrato a Cividino. L’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha un nuovo amico, è Sergio Claudio dos Santos, per tutti Serginho, la freccia della fascia mancina. Il Tennis 2016 vede il debutto di uno dei migliori interpreti del suo ruolo passati dal campionato italiano negli ultimi decenni. Campione sul campo, campione pure fuori, uno che regala sorrisi e abbracci a tanti, perché sono in tanti a cercarlo per una foto o per una battuta. «E’ sempre un piacere fare del bene», esordisce Serginho, inquadrando subito lo spirito dell’iniziativa in corso al Centro «Mongodi».
Classe 1971, il suo curriculum è di quelli stellati. Gli esordi nel campionato brasiliano, quindi il grande salto in Europa: arriva nel 1999, lo chiama il Milan, inizia un’avventura che dura sino al 2008 (anno in cui si ritirerà) con trionfi in Italia, in Europa, nel mondo. Quasi trecento presenze in rossonero tra campionato e coppe, in mezzo una sfilza di successi: uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e soprattutto due Champions League, due Supercoppe europee e un Mondiale per club. Imprese da capogiro, cui si aggiungono le soddisfazioni con la casacca verdeoro della Nazionale brasiliana: dieci presenze e la Copa America 1999 sollevata sotto il cielo di Asuncion.
Grandi fasti del passato, ma il presente del Milan (e oggi Serginho è osservatore del club rossonero) è amarognolo: «C’è tristezza nel vedere che i risultati arrivano, ma in società ci sono persone capaci e intelligenti – riflette l’ex esterno -. È una squadra che ha vinto tanto in Europa e nel mondo, oggi la situazione è difficile, la speranza è che il prossimo anno si possa ritrovare l’atteggiamento dei tifosi. Il dispiacere più grosso è per i tifosi che hanno a cuore la squadra».
Sguardo sul calcio italiano, dal campionato alla Nazionale: «Ho vissuto uno dei periodi migliori del calcio italiano, una Serie A di grande livello, mi spiace che negli ultimi anni si sia registrato un calo, soprattutto perché il calcio è fondamentale nella cultura italiana. Gli Europei? L’Italia deve giocarsela, è difficile, perché Germania e Spagna sono un gradino sotto. Ma è una fase non semplice anche per il calcio brasiliano, l’Italia non è sola». Servirebbe tornare a volare alto, e il «Concorde» della fascia milanista sa bene cosa significhi.