
Ho sfogliato le varie edizioni del libro Tennis Vip, non tanto per compiacermi del lavoro compiuto negli anni, quanto per sorprendermi di come ogni libro sia uguale (nello stile e nei diversi settori artistici, sportivi, promozionali, festosi, umani e umanitari che lo caratterizzano), e di come ogni libro sia nuovissimo e sorprendente. Di libro in libro si è formata una prestigiosa collana, specchio del prestigio, della creatività, dell’ardente passione e dell’intrepida audacia dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà. Di libro in libro risulta evidente che ogni anno l’asticella si alza, anche sul piano etico.
Basterebbe a confermarlo, in questo nuovo libro 2014 ormai da passare alla stampa, e non mi par vero, leggere a pagina 73 la
lettera del professor Paolo Ferrazzi all’indimenticabile amico e maestro, professor Lucio Parenzan, illustre bergamasco, di grande umanità, pioniere dei trapianti. Basterebbe leggere a pagina 9 la testimonianza di monsignor Giulio Dellavite, laddove scrive che l’Accademia dello Sport per la Solidarietà plasma galantuomini, o dove ricorda San Paolo («c’è più gioia nel dare che nel ricevere») e il segreto della felicità secondo Bernanos («trovare la propria gioia nella gioia dell’altro»).
Questa gioia nel dare non riguarda solo il valore in denaro della Solidarietà, per quanto l’Accademia se ne faccia scopo principale. Riguarda valori etici e umani. Per esempio i Golden Vip per la ricerca scientifica a due medici, Ferrazzi e Gavazzi, che all’Ospedale di Bergamo hanno lavorato in sintonia e che, oltre alla cura dei loro malati, hanno fatto della ricerca la loro passione e missione, una ricerca che sempre si traduce in inestimabili benefici. Chi può dire le vite salvate con una nuova tecnica operatoria? Ma chi può dire anche le vite salvate dal coraggio e dalla speranza trasfuse da un medico che, insieme al corpo, si prende cura della persona, dei suoi pensieri, delle sue paure, del suo spirito? Io sono convinto che questi Golden Vip per la ricerca scientifica, valgano un piccolo Nobel per la medicina.
Vi sono tantissime pagine che raccontano il bene che non fa rumore, come la foresta che cresce. Vi sono le pagine dell’incontro con Papa Francesco di tutta l’Accademia. Quanto entusiasmo ci ha messo Licini per organizzare il viaggio a Roma da questo Papa della speranza, dell’amore, della misericordia per tutti. Questo Papa che tiene le Beatitudini del Vangelo come norma di vita e ogni giorno ce ne ricorda la bellezza. Che ha preso, insieme al nome di Francesco, lo spirito di povertà del Santo di Assisi, il suo cantico al Signore per la bellezza del creature e del creato da salvaguardare. L’Accademia, nell’incontro con Papa Francesco, si è voluta permeare di questo nuovo spirito, con il proposito, difficilissimo, di viverlo e
di irradiarlo intorno.
E il tennis, mi si dirà? E lo sci? E il golf? E la festa? E l’amicizia? Tranquilli, c’è tutto, c’è tutto. Magari con un soffio nuovo.
PAOLO COLOMBO