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Una nuova ambulanza per la Croce Blu Basso Sebino

Giornata di festa per la Croce Blu Basso Sebino che da ieri può contare su una nuova ambulanza, acquistata grazie al contributo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà e di Asc.

L’associazione, che conta 150 persone, la maggior parte volontari e otto dipendenti, effettua ogni anno seimila trasporti e duemila missioni per il 112.

Con la nuova ambulanza, salgono a 18 i mezzi operativi a servizio della realtà nata nel 1987 per il trasporto di dializzati, che ha saputo crescere nel tempo, offrendo servizi e assistenza a migliaia di cittadini.

Oltre alla sede di Credaro, dove vengono custodite la maggior parte delle macchine, i volontari si ritrovano a Sarnico, dove si è svolta la cerimonia di consegna della nuova macchina, alla presenza di una folta delegazione di volontari dell’’Accademia dello Sport per la Solidarietà. Il fondatore Giovanni Licini ha ricevuto dal presidente della Croce Blu Basso Sebino, Cesare Rossi, un premio di riconoscenza dedicato all’Accademia, decisiva nell’erogazione di un contributo indispensabile per l’acquisto della nuova ambulanza.

Presenti alla cerimonia di consegna anche il direttore della Croce Blu Basso Sebino, Omar Presti, il sindaco di Sarnico, Giorgio Bertazzoli, Giuseppe Mazza e Piera Esposito, in qualità di sponsor con le società Asc e Mazza Holding. “Siamo molto legati a Sarnico – afferma il fondatore dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, Giovanni Licini -. La prima erogazione in questo Comune risale al 2003, mentre nel 2006 abbiamo conosciuto la Croce Blu Basso Sebino, che è sempre al nostro fianco durante tornei e manifestazioni. Bergamo non è seconda a nessuno quando si parla di volontariato e uniti si vince sempre: l’Accademia è sempre pronta a rispondere alle esigenze del territorio”.

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L’Accademia per Anmic: inaugurati gli appartamenti ad Azzano e consegnato il nuovo pulmino

Tutto in una mattina, in perfetta sintesi di due stagioni solidali e altrettanti progetti pensati dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo in favore di Anmic, Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili. 

Appuntamento in via Villaggio Sereno 10 ad Azzano San Paolo, dove ha avuto luogo innanzitutto il taglio del nastro dei rinnovati appartamenti del “Condominio Sorriso”, pensati per ospitare persone con disabilità che, in un’ottica di turismo accessibile, avranno la precedenza nell’occupazione degli stessi. 

Spazi ovviamente sono attrezzati con tutti comfort del caso per accogliere persone con disabilità, motoria e non: un rinnovamento del valore di 30.000 euro che era stato uno degli impegni che l’Accademia si era presa per la stagione solidale 2022. 

Obiettivo di Anmic e Accademia dello Sport è quello di metterli a disposizione in via prioritaria alle persone disabili che arriveranno nella nostra provincia (la gestione è affidata alla cooperativa Bergamo Lavoro), per le quali sarà attivo anche un servizio di trasporto da e per l’aeroporto grazie a un nuovo pulmino consegnato contestualmente venerdì mattina. 

Si tratta di un Ford Tourneo per il quale Accademia dello Sport ha messo a disposizione altri trentamila euro e che Anmic utilizzerà anche per accompagnare comodamente gli ospiti degli appartamenti: coinvolta nell’operazione anche Fondazione Comunità Bergamasca con Fondazione Cariplo. 

Presenti all’importante momento di consegna tante autorità locali, provinciali e regionali, oltre al fondatore dell’Accademia dello Sport, Giovanni Licini, e al presidente di Anmic, Giovanni Manzoni. 

“L’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo è abituata ad andare al concreto – sottolinea Giovanni Licini – Queste donazioni ne sono l’esempio: sosteniamo interventi capaci di soddisfare bisogni immediati che il territorio manifesta. Il mio grazie e quello di tutto il territorio va all’intero mondo del Volontariato bergamasco, che secondo me è secondo a pochi sia sul territorio nazionale che in Europa. I risultati di questo impegno sono davanti agli occhi di tutti e vanno tutti in favore dei più fragili”. 

 

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Addio a Luca Carminati, un grande amico dell’Accademia

La famiglia dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà si stringe attorno ai cari di Luca Carminati, un grande amico che purtroppo ci ha lasciati nelle scorse ore.

Sempre presente nel nome della solidarietà, si è distinto negli anni per la sua disponibilità, simpatia e sportività.

Lo vogliamo ricordare con una delle foto a cui era più legato, scattata insieme a Nelson Dida e Paolo Acerbis, col quale ha spesso condiviso il campo da gioco. 

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Inaugurato a Scanzo “Comunità al Centro”, uno dei progetti di Solidarietà dell’Accademia nel 2022

Sabato 8 ottobre è stato inaugurato a Scanzorosciate il nuovo polo «Comunità al Centro», un progetto di «viluppo di comunità, che ha come obiettivo la realizzazione di un sistema di welfare territoriale con l’obiettivo di creare nella comunità locale una rete di cura per le situazioni di disagio e vulnerabilità esistenti.

In prima fila anche la nostra Accademia dello Sport per la Solidarietà, insieme al Vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi, l’amministrazione comunale, la cooperativa Aeper, la cooperativa L’Impronta, l’associazione di promozione sociale SottoAlt(r)a Quota, l’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo, le parrocchie di Scanzorosciate. «Comunità al Centro» è il risultato della ristrutturazione, curata dall’architetto Renzo Pedrini, dello storico complesso dell’ex-oratorio e dell’ex-cinema di Piazza Mons. Radici.

Anche l’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha partecipato concretamente a questo progetto: “Comunità al Centro” è tra le realtà del territorio che la nostra associazione ha deciso di sostenere in questo 2022 con i fondi raccolti nel corso del torneo di tennis dello scorso maggio alla Cittadella dello Sport di Bergamo.

Già dal mese di agosto è attiva la comunità educativa residenziale con minori «L’Aquilone» della cooperativa sociale Aeper, che si dedica all’accoglienza, alla protezione, all’accompagnamento nella crescita di minori dai 6 ai 17 anni in carico ai servizi tutela degli Ambiti Territoriali. A breve saranno pronti 3 appartamenti per altrettante famiglie di Scanzo per dare vita al progetto Comunità Educante.

 

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Il Gran Galà alla Cittadella dello Sport chiude il Tennis 2022: un successo con tanti ospiti nel nome della Solidarietà. I Golden Vip a Brignone Percassi, Radici e Colledan

L’ultima serata ha chiuso il grande impegno della nostra associazione alla Cittadella dello Sport, tre settimane dedicate al tennis e al padel, con tanti amici e ospiti del mondo dello sport e dello spettacolo. Nel corso della serata più di 400 persone hanno applaudito i vincitori dei tornei e i Golden Vip 2022.

L’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha raccolto un milione e 540mila euro fino al 2019, a cui si somma un milione e 180mila euro nel solo 2020, destinati ad aiutare la comunità bergamasca durante la pandemia, con interventi importanti come la Tac mobile, gli impianti di ossigeno della Fiera e dell’ospedale di Seriate, attrezzature, flussimetri, caschi Cpap e tutto ciò che serviva agli operatori sanitari.

Presenti il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che si sono complimentati per l’attività portata avanti dall’Accademia; il prefetto di Bergamo, Enrico Ricci, il questore Stanislao Schimera, il comandante dei carabinieri, Alessandro Nervi, il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, oltre a numerosi onorevoli, assessori, sindaci e rappresentanti del territorio. Tenuto conto dell’importante contributo durante l’emergenza sanitaria, in sala erano presenti anche i vertici di Ats Bergamo e delle Asst Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest.

 

L’attività dell’Accademia prosegue da 46 anni «ma fino al 2019 siamo stati impegnati solo con l’attività sportiva con tennis, golf e sci – ha ricordato il fondatore Giovanni Licini, affiancato dal presidente Alessandro Masera –. Dal 2020, con la pandemia abbiamo indirizzato i nostri sforzi per sostenere ed aiutare il mondo della sanità bergamasca nella lotta al Covid». Dopo due anni di assenza è tornato il torneo di tennis e padel, che è stato ospitato nella nuova location alla Cittadella dello Sport. «Grazie alle risorse accumulate dall’Accademia, al contributo di Regione Lombardia e all’investimento del Csi provinciale, a breve avremo a disposizione 4 campi da tennis, di cui due coperti con tribune, 3 campi da padel e le strutture già attive per calcetto, rugby, football americano e baseball – prosegue Licini –. Questo è il risultato più importante del nostro evento, che si è svolto a Bergamo. Quest’anno aiuteremo le associazioni Aipd, Associazione italiana persone down, per l’arredamento di un nuovo appartamento in Bergamo; Aeper, Associazione educazione, prevenzione e reinserimento he realizzerà una struttura a Scanzorosciate per ospitare ragazzi con fragilità; e Anmic, Associazione nazionale mutilati invalidi civili per la sistemazione di immobili per ospitare gli assistiti in occasione di Bergamo Capitale della Cultura 2023.

«Tutto è stato possibile – conclude Licini – grazie ai nostri volontari e agli amici sponsor, che ringrazio, insieme a tutte le autorità, perché non hanno mai fatto mancare il loro aiuto e contributo”. Durante la serata sono stati anche consegnati quattro Golden Vip. Il premio «Mediolanum per l’Imprenditoria» è stato assegnato ad Angelo Radici, che ha ripercorso la storia del gruppo imprenditoriale di famiglia e ribadito l’amore per lo sport e lo sci; il riconoscimento «Luciana e Gianni Radici per lo Sport» è andato alla sciatrice azzurra Federica Brignone; il premio Fondazione Credito Bergamasco per la Medicina è stato invece consegnato a Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Assegnato a Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, accompagnato dal presidente Antonio Percassi, il Golden Vip intitolato a «Luciana e Gianni Radici per lo Sport».

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Monica Frigeni, responsabile commerciale dell’azienda Dastyflysim: l’esperienza della sua famiglia nella primavera del 2020

Monica Frigeni, responsabile commerciale dell’azienda Dastyflysim, racconta i momenti di angoscia vissuti durante il Covid-19 che ha contagiato entrambi i genitori
 
Se andiamo indietro due anni, cosa ricorda di marzo 2020, quando è scoppiata la pandemia nella nostra provincia?
 
«Proprio in quei giorni mia mamma era partita per Ischia e dopo una settimana in albergo mi ha comunicato che l’avevano chiusa in camera dicendo di non muoversi. I gestori avevano trovato un caso di positività in hotel e hanno deciso di evacuare la struttura mandando a casa le clienti scortate dalla Polizia. All’inizio non sapevamo se fosse anche lei positiva e così abbiamo deciso di portare il papà in un appartamento di villeggiatura sul lago per precauzione».
 
Una decisione che si è subito rivelata corretta.
 
«Sì, perché dopo 3 giorni la mamma ha iniziato ad avere febbre alta e tosse forte. Anche la sua dottoressa era positiva e non riusciva a visitarla, quindi abbiamo dovuto gestire una situazione molto complicata. Caso vuole, dieci giorni prima avevo conosciuto telefonicamente Giovanni Licini, il fondatore dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, che si è subito attivato per darci una grossa mano».
 
Ricordiamo che sono i giorni peggiori con la pandemia che ha messo letteralmente in ginocchio tutta la nostra comunità, comprese le strutture sanitarie.
 
«In ospedale erano in guerra e in un primo momento ci hanno consigliato di tenere a casa la mamma, prescrivendole un farmaco. Purtroppo però le sue condizioni si aggravavano e decisi di chiamare un’ambulanza. Ecco, era impossibile trovarne una libera, così mi sono affidata ad un servizio privato. Mia mamma però non voleva andare in ospedale, impaurita del fatto che rischiava di non vedere più i suoi cari. A casa da sola continuava a peggiorare, tanto che ho dovuto recuperare un saturimetro per monitorarla, ma a quel punto doveva scegliere se rimanere a casa e probabilmente morire o andare in ospedale per farsi curare. Decisi di richiamare l’ambulanza privata e in quel momento ho perso 10 anni di vita perché stavo facendo una cosa contro la sua volontà, con il timore di non vedere più mia mamma. L’abbiamo salutata tutti e tre i figli e le abbiamo dato il telefonino con cui tenerci in contatto».
 
A quel punto non c’era altro da fare che attendere buone nuove.
 
«Ricordo ancora come mia mamma piangesse e al pronto soccorso ci raccontava che c’era gente disperata che urlava. Dopo alcune ore di attesa è stata ricoverata in cardiologia con ossigeno. Tramite Giovanni Licini mi tenevo in contatto per essere aggiornata sulle sue condizioni di salute e fortunatamente dopo una settimana di febbre ha iniziato a migliorare. Devo ringraziare con il cuore gli operatori sanitari e in particolare il dottor Gianluigi Patelli che l’hanno coccolata durante le 3 settimane in ospedale, a cui è seguito il trasporto in una struttura esterna aspettando che diventasse negativa».
 
 
Come ha vissuto suo papà in queste lunghe settimane di preoccupazione?
 
«E’ stato da solo per 3 mesi con il parkinson in un villaggio deserto a Sirmione. Nonostante tutto è stato bravissimo e ogni giorno faceva la sua ginnastica, compresi 2 mila passi rigorosamente in casa. E’ stata una dura prova per tutti noi, mia mamma ha rischiato di morire e in ospedale sentiva continuamente storie di lutti. Fortunatamente abbiamo conosciuto Giovanni Licini, a capo di un gruppo straordinario di volontari, che mi rispondeva anche alle 4 di notte e in quel periodo non è mai stato fermo, recuperando tutti i giorni dispositivi, respiratori e la tac mobile arrivata dall’Olanda. Con la nostra azienda abbiamo deciso di contribuire sia per la strumentazione sia per i gel disinfettanti».
 
La vostra produzione è fra quelle che non si è mai fermata.
 
Sì e devo ringraziare tutti i nostri dipendenti che hanno compreso quanto fosse importante dare il nostro contributo in un momento così tragico per tutta la Bergamasca. Tutti hanno lavorato doppio turno per produrre gel disinfettanti da distribuire agli ospedali, alle forze dell’ordine e ai Comuni della Bergamasca. Ricordo che andavo in azienda e non c’era in giro nessuno».
 
Qualche mese più tardi anche suo papà ha contratto il Covid.
 
«A febbraio 2021, quasi un anno dopo rispetto a mia mamma, anche il papà ha preso il Covid durante la riabilitazione in una struttura ospedaliera. Dopo essere stato portato in ambulanza a Seriate, è stato trasferito ad Alzano con la polmonite. Trascorse tre settimane di cure, ha concluso la degenza a Gazzaniga. In queste esperienze ho potuto toccare con mano come il personale ospedaliero abbia dovuto affrontare un fenomeno troppo grande, rispondendo con grande forza e coraggio, indispensabili per salvare tantissime vite umane, comprese quelle dei miei genitori».
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Gianluigi Patelli: l’arrivo della tac mobile dall’Olanda, simbolo di speranza nella pandemia

Gianluigi Patelli, primario di Radiologia all’Ospedale di Seriate, ripercorre i momenti più drammatici dell’emergenza sanitaria, con medici e infermieri impegnati senza sosta contro un nemico sconosciuto
 
Cosa ricorda delle ore successive allo scoppio della pandemia?
 
«Beh, mi viene ancora la pelle d’oca a pensarci. Ci siamo trovati a gestire un fenomeno veramente difficile da combattere. Ricordo che una sera mi telefonò Giovanni Licini, insieme a due imprenditori dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, Beppe Panseri e Claudio Bombardieri. Subito mi chiesero di cosa avessi bisogno e nel giro di due giorni mi sono trovato fuori dalla porta dell’ospedale una tac di fascia molto alta arrivata dall’Olanda. Teniamo presente che ne esistono solo due in Europa e noi abbiamo avuto a disposizione la migliore. Qualcuno definirebbe questo percorso come fortunoso, ma io credo che ci sia stata la Provvidenza ad aiutarci».
 
Grazie alla tac si è riusciti a curare e a salvare la vita ad un altissimo numero di persone.
 
«Sì, anche perché vivevamo giornate dove arrivava una quantità numerica di pazienti che non poteva essere gestita con le armi di cui disponevamo normalmente. I tamponi non erano sufficienti e il pronto soccorso era letteralmente intasato. La pandemia è per definizione un evento incontrollabile e la situazione che stavamo vivendo richiedeva supporti straordinariamente superiori rispetto alle dotazioni standard. La nostra azienda sanitaria non fa solo attività di routine, ma anche ricerca, tanto che alcune procedure di radiologia interventistica, come l’ablazione della prostata tramite laser, hanno fatto scuola nel mondo».
 
Durante l’emergenza sanitaria sono state fondamentali le donazioni ricevute.
 
«Esattamente e l’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha avuto un ruolo primario, con Giovanni Licini che ha coordinato al meglio l’attività di solidarietà. Ebbene, si è creata una coniugazione perfetta, come due calamite attaccate, che ha permesso di utilizzare istantaneamente le donazioni ricevute, supportando immediatamente gli operatori sanitari e gli ospedali nelle diverse esigenze. Abbiamo parlato della tac, ma in quei giorni sono arrivati anche altri dispositivi indispensabili, come respiratori, caschi Cpap, flussimetri e medicinali come il curaro».
 
Un encomio va sicuramente a tutti gli operatori sanitari che non hanno mai mollato, salvando ogni giorno numerose vite umane.
 
«Sono stato in ospedale dalla mattina alla sera, dal 24 febbraio e fino a luglio, compresi sabati e domeniche. In tutto questo tempo ho notato come tutti i colleghi abbiano lavorato con il sorriso e senza far pesare la fatica. Devo dire che si è creato uno spirito di squadra che non mi è mai capitato di vedere».
 
 
Bergamo in quei giorni ha affrontato per prima questa terribile malattia, facendo anche scuola per la comunità scientifica.
 
«Mi sono subito messo in contatto con il presidente della società di radiologia medica e interventistica, in modo da produrre i risultati delle tac con la pubblicazione dei lavori e le conseguenti collaborazioni scientifiche. A livello operativo, una volta arrivata la tac mobile dall’Olanda, abbiamo creato una chat in Whatsapp con i medici di famiglia sul territorio. Grazie alla veloce diagnosi eravamo infatti in grado di informare sulle condizioni del singolo assistito e decidere se ricoverarlo in ospedale o curarlo a casa. Tutto è stato possibile grazie all’ingrediente vincente della solidarietà».
 
E, lo ribadiamo, grazie all’impegno profuso senza sosta da medici e infermieri.
 
«A questo proposito ho un ricordo molto personale vissuto durante l’emergenza sanitaria. Mia mamma si è ammalata proprio in quel periodo ed è mancata a causa del Covid. Nei suoi ultimi giorni di vita mancava l’ossigeno ed io ero impegnato per curare decine di malati. Non potendo abbandonare l’ospedale l’ho affidata a Giovanni Licini e, come mi piace ricordare, in questo modo mia mamma ha avuto l’ultimo bicchiere d’acqua e il poco ossigeno rimasto per andarsene serena».
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La solidarietà è un pilastro della nostra comunità: la testimonianza del Sindaco di Scanzo Davide Casati

 
Il sindaco di Scanzorosciate, Davide Casati, ripercorre i 40 giorni più tragici dell’emergenza sanitaria, sottolineando l’impegno dimostrato da moltissimi cittadini e imprenditori
Sono trascorsi ormai due anni dallo scoppio della pandemia. Cosa le è rimasto di quei giorni?
 
«Ricordo, come fosse ieri, le strade completamente vuote. In qualità di sindaco avevo la possibilità di girare per le vie e le piazze deserte, ma non mi sono mai sentito solo, perché dalle finestre e sui balconi si affacciavano tutti i miei concittadini, in cerca di certezze. Un’altra immagine che rimarrà indelebile nella mia memoria è la coda delle pompe funebri fuori dagli uffici comunali per le denunce di morte».
 
Come trascorrevano le sue giornate da sindaco?
 
«Ero a completa disposizione del mio paese, innanzitutto per dare parole di conforto a tutti coloro che mi telefonavano, a partire dai parenti dei tantissimi defunti. Mi sentivo molto spesso anche con Giovanni Licini, fondatore dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, che mi chiedeva come poteva essere d’aiuto per la nostra comunità, oltre che per il resto della Bergamasca, facendo da raccordo con le strutture sanitarie. Sono state giornate frenetiche e drammatiche, tenendo presente che tutto si è concentrato in 40 giorni, tra marzo e i primi giorni di aprile. Purtroppo abbiamo perso tanti cittadini e anche numerosi ospiti della nostra casa di riposo».
 
Il Comune è insomma riuscito a stare vicino alla cittadinanza.
 
«Oltre alla presenza delle istituzioni, sono stati molto importanti i messaggi sui social network e le chiamate tramite il sistema informatico alle case di tutti, in modo da far sentire la voce del sindaco e la vicinanza dell’amministrazione comunale».
 
Nella drammaticità del momento abbiamo assistito ad un dispiegamento di forze per contrastare la pandemia.
 
«Anche a Scanzorosciate abbiamo attivato le reti di volontariato, che si sono rese subito rese disponibili. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, non siamo mai stati soli e tutti insieme, dai ragazzi agli anziani, abbiamo dato una mano alla nostra comunità».
 
 
Volontariato e generosità hanno aiutato ad uscire dall’emergenza.
 
«A Scanzo abbiamo la fortuna di avere tanti imprenditori generosi, oltre a Giovanni Licini, che è anche cittadino benemerito. Molte aziende hanno donato soldi che il Comune ha utilizzato per i servizi sociali o i dispositivi di protezione individuale, distribuiti nelle case di riposo, ai medici di base e in tutte le case. Nulla era scontato, ma tutta la comunità ha dimostrato che è possibile collaborare pensando soprattutto agli altri, donando loro un sorriso e tanta fiducia. Questo è il vero pilastro sul costruire la ripartenza».
 

La testimonianza del Sindaco di Scanzorosciate Davide Casati

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L’aiuto alla Bergamo ferita direttamente dal territorio: l’esperienza di Roberto Paratico, direttore generale della Flow-Meter Spa

 
Roberto Paratico, direttore generale della Flow-Meter Spa, è sceso in campo con la sua azienda per fornire migliaia di strumentazioni indispensabili per garantire ossigeno e gas medicinali ai malati di Covid.
Sono trascorsi due anni dall’arrivo della pandemia nella nostra provincia. Cosa si ricorda di quei momenti?
 
«La nostra azienda si è messa subito a disposizione in modo da trovare soluzioni per tutto ciò che riguardava la fornitura di ossigeno e gas medicali. Gli ospedali necessitavano non solo di apparecchiature come flussimetri o sistemi di ventilazione non assistita, ma tutto il materiale per l’erogazione. Le giornate erano concitate, perché era necessario trasformare i reparti delle strutture sanitarie in sub intensiva. Chiaramente gli impianti non erano dimensionati e noi abbiamo fatto di tutto per realizzare gli ampliamenti necessari in modo da erogare ossigeno al maggior numero di pazienti. Non ci siamo mai fermati e ricevevo anche 15 o 20 telefonate ogni giorno da Giovanni Licini, fondatore dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, che era in prima linea per risolvere i problemi nel più breve tempo possibile. Uno tsunami inaspettato stava facendo volare via i nostri cari, e gli amici, sia giovani che anziani».
 
 
La vostra azienda, specializzata in attrezzature medicali, ha fatto letteralmente gli straordinari.
 
«In tre mesi sono stati profusi enormi sforzi per assistere tutti i malati, a partire dai nostri anziani, che rischiavano di morire perché mancavano le bombole di ossigeno. Ricordiamo anche l’ospedale distaccato in fiera, dove abbiamo realizzato un impianto di distribuzione di gas medicinali in una settimana e donato tutte le attrezzature necessarie. I nostri caschi Cpap sono stati validati anche negli Stati Uniti, mettendo a disposizione questa tecnologia per il trattamento dei pazienti critici.
 
Eravamo costretti a dover operare il triplo dei ritmi normali e abbiamo convertito la produzione sulla strumentazione per l’erogazione dell’ossigeno. D’altronde, dovevamo accontentare le esigenze del nostro territorio e di tutta Italia e abbiamo interrotto le forniture estere. Non dimenticherò mai la fila delle auto di servizio mandate dagli ospedali che aspettavano la consegna delle attrezzature salva vita. Teniamo presente che ci siamo ritrovati a produrre anche 5 mila flussimetri ogni settimana. Con orgoglio abbiamo lavorato a stretto contatto con i medici, impegnati direttamente sul campo, pur rimanendo in seconda linea e di conseguenza più protetti rispetto agli operatori sanitari. In qualche mese siamo riusciti a riportare, non tanto la serenità, che manca ancora oggi, ma quantomeno una condizione gestibile
 
I bergamaschi non si sono certo piegati davanti alla ferocia del virus, dimostrando grande solidarietà.
 
«Nella nostra provincia il volontariato, a partire dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà, capitanata da Giovanni Licini, ha rappresentato un esempio per tutti. Nei momenti più concitati gli imprenditori sono rimasti uniti da un collante che ha permesso di salvare tantissime vite umane. La tac mobile portata al Bolognini di Seriate ha permesso una diagnosi tempestiva, quando ancora i tamponi o i sistemi per le analisi sui pazienti erano ancora contenuti. In tantissimi hanno donato denaro per realizzare opere e strutture per la comunità bergamasca, mentre i volontari hanno lavorato senza sosta per settimane. Dobbiamo alzarci in piedi per applaudire questa grande generosità, dai tifosi dell’Atalanta agli imprenditori che hanno messo a disposizione tuto quello che avevano pur di dare una mano agli altri».
 
 
Le immagini di Bergamo, ma anche la reazione della nostra comunità, hanno fatto il giro del mondo.
 
«Il ricordo rimarrà indelebile nella mia memoria e tutti noi confidiamo che torni presto il sole dopo la tempesta. Abbiamo dimostrato come sono le condizioni più difficili a rendere le cose straordinarie».
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Cala il sipario sull’hub vaccinale di Chiuduno: un’esperienza fantastica per i nostri volontari

Si chiude qua l’avventura dell’ hub vaccinale di Chiuduno, dove anche la nostra Accademia dello Sport è stata grande protagonista con i suoi volontari. Lo sforzo di tanti ha portato a risultati fantastici. Il polo vaccinale di Chiuduno è stato quello che ha somministrato più dosi di vaccino anti Covid di tutta la Bergamasca, 480.339 in 13 mesi.

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