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Stanze d’albergo a medici e operatori sanitari bergamaschi: il gesto di cuore degli amici della Val Pusteria

Il giusto premio per chi ha messo in pericolo la propria vita per salvare quella altrui nel corso della bufera, un’idea nata dagli albergatori della Val Pusteria e precisamente del paese di Monguelfo – Tesido- Val Casies in collaborazione con l’Accademia dello Sport per la Solidarietà.
Nel mese di settembre, precisamente a partire dal giorno 7, una quindicina di hotel della Val Pusteria in provincia di Bolzano, metteranno a disposizione gratuitamente una delle loro stanze ai medici, infermieri e familiari degli ospedali bergamaschi.
“L’amicizia anche questa volta è venuta prima di ogni cosa – spiega Harald Eberhofer titolare dell’ Hotel Christof, promotore dell’iniziativa e Vicepresidente dell’associazione turistica-. Volevamo ricambiare tutto quello che Giovanni Licini ha fatto per noi in questi anni, organizzando sfide a tennis e invitando nel nostro paese tanti ospiti poi diventati amici. Abbiamo visto da lontano il suo grande lavoro e quello dell’Accademia nel raccogliere fondi in piena emergenza Coronavirus, così ho deciso di coinvolgere altri albergatori. Abbiamo pensato che questo nostro piccolo gesto potesse dare sollievo a chi ha lavorato duramente negli Ospedali in quei mesi tremendi”.

Il legame che si è instaurato tra il paese incastonato nella splendida vallata ricca di bellezze naturali, la sua gente e i suoi albergatori con Giovanni Licini e l’Accademia dello Sport è stato qualcosa di particolare, frutto di una vera amicizia che si è andata consolidando negli anni. Nel 2017 furono ospitate le famiglie di Amatrice dopo la pesante prova del terremoto: questa volta toccherà invece a medici e infermieri degli Ospedali di Bergamo, Seriate e Treviglio, oltre a quello da campo degli Alpini della Fiera, per un totale di una trentina di persone. Nel corso del 2020 la sottoscrizione dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha superato il milione e 100 mila euro in favore delle strutture ospedaliere bergamasche.
“Ancora una volta il paese di Monguelfo-Tesido- Val Casies si è dimostrato vicino all’Accademia dello Sport per la Solidarietà e di questo gliene siamo grati –spiega Giovanni Licini-. Così come siamo orgogliosi dei nostri medici e infermieri, che abbiamo supportato e aiutato in quelle settimane terribili con le donazioni della nostra associazione e l’arrivo di materiale utile a superare la crisi”.

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La Tac mobile lascia l’Ospedale di Seriate: il nostro primo aiuto nell’emergenza Covid 19

È stato uno dei primi, fondamentali, supporti per il territorio bergamasco nella lotta al Covid-19 e, dopo quasi 4 mesi di intensa attività fa ritorno alla base, in Olanda.

Ha lasciato mercoledì 1 luglio l’ospedale Bolognini di Seriate la Tac mobile, apparecchiatura di alta gamma capace di evidenziare precocemente nei pazienti le alterazioni radiologiche polmonari compatibili con una diagnosi di infezione da Covid-19.

Era arrivata ai primi giorni di marzo, grazie all’intervento dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà che, grazie a un gruppo formato da una quindicina di imprenditori bergamaschi, era riuscita a raccogliere in pochissimo tempo i 150mila euro necessari al noleggio per due mesi, una cifra che era poi stata raddoppiata, per garantire il servizio per altri due mesi all’Asst Bergamo Est.

La disponibilità dell’apparecchiatura ha facilitato il compito dei medici, in particolare del reparto di radiologia del Bolognini che fa capo a Gianluigi Patelli. Proprio il dottor Patelli nelle scorse ore, in corrispondenza della partenza della Tac mobile, ha inviato a Giovanni Licini, anima dell’Accademia, un messaggio toccante: “Se ne va un pezzo importante, è stato strumento di bene per tantissime persone. Pensa, Giovanni, a quanta speranza ha dato a molti pazienti. Dio benedica te, la tua famiglia e la famiglia di chi ha reso possibile tutto questo”.

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Provette, reagenti e tamponi: l’ultima donazione al laboratorio di Calcinate

Il giusto coronamento di 4 mesi passati dalla parte dei nostri malati, delle strutture sul territorio, mille tentativi per allievare le sofferenza della nostra terra. L’ultimo grande sforzo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà è stato un contributo di circa 70mila dollari per l’acquisto di provette, reagenti e tamponi per il super laboratorio nato a Calcinate, sotto la direzione del dottor Alessandro Montanelli e dell’Asst Bergamo Est: una struttura innovativa, tecnologicamente all’avanguardia, in grado di processare fino a 2.500 tamponi al giorno.

“Un grande, enorme, grazie va a tutti i nostri amici sponsor, che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno – sottolinea Giovanni Licini – Senza di loro nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. E nemmeno senza i nostri volontari che hanno lavorato senza sosta anche da casa durante il lockdown. Con l’ultima donazione per il laboratorio di Calcinate abbiamo concluso la nostra attività solidale di questo strano 2020. Speriamo di non dover fare i conti con un ritorno del virus in autunno ma di poter tornare ai nostri soliti appuntamenti: abbiamo dovuto annullare il torneo di tennis, ora l’unico evento sportivo che ci rimane sarà il golf a settembre. Grazie ancora a tutti”.

Più di un milione di euro raccolto e trasformato in progetti di solidarietà per il territorio bergamasco martoriato dalla pandemia Coronavirus che qui, più che in altre zone d’Italia, ha colpito in modo profondo la popolazione, l’economia e la società.

L’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo sin dai primi giorni di emergenza si è piazzata in prima linea, per assolvere a un compito durissimo ma che è insito nel proprio dna: aiutare la propria gente.

Lo ha sempre fatto e non si è sottratta nemmeno di fronte a una crisi pesantissima, sanitaria ed economica, che ha straziato la Bergamasca: da subito il grido di aiuto del territorio è stato accolto con serietà, senza alcuna minimizzazione.

È bastato poco a Giovanni Licini, anima dell’Accademia, per mettere in moto la straordinaria macchina della solidarietà: pochissimi giorni sono passati dalla prima richiesta di sostegno da parte di Gianluigi Patelli, primario di Radiologia dell’ospedale Bolognini di Seriate, all’arrivo di una Tac mobile noleggiata in Olanda grazie ai fondi garantiti da un gruppo formato da una quindicina di imprenditori orobici.

Tanti altri sponsor che da sempre stanno al fianco dell’Accademia dello Sport hanno dato, ognuno per le proprie possibilità, un grande contributo: chi con donazioni in denaro, chi con macchinari e dispositivi medicali.

Sempre al Bolognini, grazie a Banco Bpm Fondazione Credito Bergamasco, è arrivato anche un nuovo ecografo portatile, per monitorare l’evoluzione clinica dei pazienti Covid: e ancora flussimetri, caschi Cpap, addirittura un nuovo e più potente sistema di erogazione dell’ossigeno.

Una spinta decisiva, però, è arrivata anche per la nascita dell’ospedale da campo in Fiera, struttura che ha permesso di dare respiro agli ospedali un momento in cui erano molto vicini al collasso: i fitti contatti con l’Associazione Nazionale Alpini e con il suo direttore generale della sanità Sergio Rizzini, la corsa contro il tempo per reperire tutto il necessario affinchè potesse accogliere pazienti anche molto gravi.

Ma anche pochi giorni prima del lockdown l’attività dell’Accademia dello Sport era ben focalizzata sui propri obiettivi: all’Asst Bergamo Ovest è stato recapitato un ecografo di ultima generazione destinato al reparto di Pediatria.

 

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Immaginiamo la serata inaugurale del Tennis 2020: stop dopo 44 anni, torneremo più forti!

 

Carissimi amici, con oggi o meglio con stasera avremmo avuto il piacere di rincontrarci per la prima serata dell’ormai storico torneo di tennis targato Accademia dello Sport per la Solidarietà. Certo ci mancheranno quelle belle serate in cui l’amicizia, la cordialità, la sportività, e pure la buona cucina erano di casa. 

 
Mi mancherà di controllare le previsioni del tempo, il vedere se le nubi virano lontano da Cividino, di controllare se i giocatori sono in orario o sempre in ritardo, con tante e ricercate scuse ed anche il ritardo nella presentazione delle squadre.
 
Alle 17 tutto il nostro gruppo sarebbe stato pronto, le piante bagnate, i fiori controllati e quelli sfioriti recisi, il ristorante già predisposto e come pronto era il sorriso che accoglieva i nostri ospiti. Ci mancherà il nostro carabiniere Cesare Miniaci, sempre disponibile con i suoi ragazzi al parcheggio e per il servizio notturno. Ci mancherà Enrico Barcella di Mauro Sport, sempre solerte nel controllare il suo stand e purtroppo tanti altri che questo terribile virus ci ha portato via e che forse ancora non sappiamo. Infine ci mancherete voi, tutti amici, sponsor e giocatori. 
Dopo 44 anni anche il nostro torneo si è fermato, dopo tante fantastiche edizioni senza alcuna sosta dal 1976. Ma non ci arrendiamo, ci siamo solo fermati a prender fiato… il nostro cammino riprenderà quando questo Covid 19 sarà sconfitto. 
 
Ci mancherete tutti, un abbraccio
Giovanni e tutto lo staff dell’Accademia
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Donato un ecografo per la pediatria dell’Ospedale di Treviglio

L’Accademia dello Sport per la Solidarietà prosegue la missione al fianco della sua gente. Dopo la vicinanza al popolo bergamasco con una raccolta fondi che ha passato il milione di euro in piena emergenza Covid-19, la nostra associazione ha donato un ecografo del valore di 40mila euro già pochi giorni prima del lockdown, uno strumento già utilizzato per diagnosi accurate sui piccoli pazienti.

Grazie alla donazione da parte dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, in questi mesi di piena emergenza l’Asst Bergamo Ovest ha potuto contare su un ecografo di ultima generazione per il reparto di Pediatria.

“Conosco da tempo l’attività dell’Accademia, sempre vicina alle esigenze del territorio bergamasco e mi ha fatto molto piacere quando il Direttore della Pediatria Paolo Menghini mi ha informato che quest’anno il loro sguardo si sarebbe rivolto anche un po’ al di fuori del loro abituale bacino, verso l’ASST Bergamo Ovest spiega il direttore generale Peter Assembergs -. Mentre ci accingevamo a coronare con la serata la PalaCreberg la donazione, è arrivata l’emergenza per la pandemia da Covid-19. Invece di annullare tutto, l’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo ha rinforzato ulteriormente il suo supporto e, grazie all’instancabile lavoro di Giovanni Licini e la generosità dei soci ed amici dell’Accademia, nelle scorse settimane, sono state donate altre indispensabili apparecchiature alle strutture sanitarie così duramente colpire dalla pandemia. L’ecografo è giunto pochi giorni prima del lockdown e abbiamo potuto utilizzarlo già in questi mesi per diagnosi e screening sempre più accurati sui bimbi ricoverati e sui neonati venuti al mondo nel nostro Ospedale in questo periodo così strano”.

Una scelta di cui va particolarmente orgogliosa anche l’Accademia: “In questi mesi ci siamo impegnati, e continuiamo a farlo ogni giorno, per combattere l’emergenza Coronavirus – racconta Giovanni Licini – Ma siamo abituati anche a pensare al futuro, per il bene del nostro territorio, e questa donazione, la prima a favore dell’Asst Bergamo Ovest, si inserisce proprio in questa visione a lungo termine. Un segnale di speranza e ripartenza delle normali attività sanitarie ed era doveroso rivolgere la nostra attenzione verso una struttura che ricopre un importantissimo presidio sanitario nella Bassa bergamasca”.

A beneficiare della donazione, come detto, è soprattutto il reparto di Pediatria, diretto da Paolo Menghini: “A nome mio e dei miei collaboratori ringraziamo l’Accademia per la bellissima sorpresa. Ci servirà soprattutto per lo studio degli organi e degli apparati in bimbi in età neonatale e pediatrica. Grazie a questo macchinario saremo in grado di svolgere esami più approfonditi nei nostri laboratori e a servizio di tutta la Asst di Treviglio”.

Anche l’amministrazione comunale di Treviglio, per bocca del vicesindaco Pinuccia Zoccoli Prandina, ha voluto esprimere la propria gratitudine all’Accademia, per essere stata “così sensibile in questa emergenza offrendo aiuti concreti sotto forma di apparecchiature e strumentazioni innovative. A Treviglio la donazione di un ecografo di ultima generazione per la Pediatria permetterà diagnosi sempre più accurate sui piccoli pazienti. Come amministratore pubblico plaudo all’intesta pubblico-privato e alla collaborazione con persone così illuminate come Giovanni Licini”.

Sull’impegno di tutta l’associazione ha voluto chiosare ancora il dottor Assembergs: “In questi mesi ha fatto qualcosa di indescrivibile in aiuto alla sanità bergamasca: durante l’emergenza Covid-19, attraverso la rete di conoscenze e la fiducia degli imprenditori del territorio, ha raccolto più di un milione di euro, tutti devoluti agli ospedali bergamaschi. Il nostro auspicio è che il virus scompaia presto e che a tutti noi sarà così permesso di ritrovarci ad una partita di tennis o ad affollare un teatro per raccogliere altri fondi per le prossime vostre ‘battaglie’ sociali”.

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“Diamo una mano alla nostra gente”: la gratitudine dei guariti verso l’Accademia

Le testimonianze di Emilio Bailo e Mariapia Colombo Zefinetti, il loro ringraziamento a Giovanni Licini e all’Accademia dello Sport per la Solidarietà, e del dottor Gianluigi Patelli

“Siamo finalmente fuori dal rischio Covid 19, o quasi, dopo aver passato come tanti le pene di questo incredibile incubo. Ormai a casa da un paio di settimane, dopo essere transitati dall’ospedale Bolognini di Seriate e dalla Rsa Piccinelli di Scanzorosciate, stiamo rimettendoci in forma e recuperando tutto il piacere del vivere quotidiano partendo dall’apprezzamento delle cose più semplici. Dobbiamo ringraziarla per quanto ha fatto facilitando il nostro ricovero ospedaliero, ma anche quello del nostro amico Massimo Rota.
I medici ci hanno riferito che se avessimo ritardato di 2/3 giorni ce la saremmo vista proprio molto più brutta…
Grazie a questa eccezionale disavventura siamo venuti a conoscenza dell’Accademia dello Sport e della Solidarietà che francamente non conoscevamo. Abbiamo avuto modo in queste settimane di conoscere ed apprezzare l’importante ruolo svolto da lei e dall’Accademia durante la pandemia con importanti interventi sulla sanità bergamasca, non ultimo l’Ospedale degli Alpini.
Che dire? Lei e l’Accademia rimarrete sempre nei nostri cuori per quanto avete fatto e ve ne saremo per sempre grati. Chissà! magari, speriamo, si creerà l’occasione per poter ringraziarla di persona.
Per sdebitarci almeno un poco abbiamo pensato di effettuare un’offerta all’Accademia, un piccolo segno di riconoscenza ma anche un modo per fare anche noi la nostra parte a favore di chi ancora non è fuori pericolo. Nella storia d’Europa dopo millenni di lotte sanguinose e crudeli, siamo le prime generazioni a non aver vissuto la guerra, purtroppo la pandemia è la nostra guerra…
Con grande riconoscenza e stima”.

 

“Caro Giovanni -commenta Gianluigi Patelli, direttore del Dipartimento dei servizi dell’Asst Bergamo Est e direttore della Radiologia dell’ospedale Bolognini-: credo che questo genere di ringraziamenti, proprio perché non aspettati, siano la testimonianza di due cose:
1)L’Accademia, il cui cuore pulsante sei tu, ha fatto qualcosa di grande , ed è stata indispensabile in questa emergenza non solo sanitaria ma anche sociale;
2) la maggior parte delle persone che fanno parte del territorio s’è accorta della solidarietà e del bene che, nei giorni più difficili, montava sempre di più a proteggere la nostra provincia.

Dovete essere fieri di quel che avete fatto e che state ancora facendo. Rimarrà nella storia di Bergamo

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Dal calcio alla politica, un mare d’affetto per l’impegno messo in campo dall’Accademia

Qualche parola che fa bene al cuore e dà la forza per proseguire la nostra missione. Gli attestati di stima ci sono arrivati da tutte le parti, in particolare sui social, ma anche in privato da politici e sostenitori della nostra iniziativa.

Lo scambio di mail con i tifosi dell’Fc Wacker, squadra austriaca di Innsbruck i cui sostenitori sono in un rapporto di amicizia con i ragazzi della Curva Nord atalantina è stata una grande emozione dopo la donazione di più di 50mila euro che ha visto protegoniste le due tifoserie.

” Tra noi ci accomuna lo sport, tifosi di squadre con diversi colori, ma uno che ci accomuna tantissimo il colore e il volto della Solidarietà –è stato il messaggio di Giovanni Licini ai ragazzi di Innsbruk e della Curva Nord di Bergamo-. A nome della nostra Associazione ma soprattutto di tanta gente della nostra terra vi giunga il nostro più sincero e riconoscente grazie per quello che avete fatto donandoci una somma così considerevole. Nella speranza che questo tristissimo momento passi in fretta, vi prometto che quanto prima potremo ritrovarci, conoscerci, stringerci la mano e anche abbracciarci nel grande segno dello sport e della Solidarietà”.

MOLA MIA BERGAMO – INNSBRUCK È AL TUO FIANCO è il saluto invece che è arrivato dall’Austria e che ci riempie d’orgoglio

Claudia Maria Terzi (Assessore alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile Regione Lombardia)

“Il lavoro che avete svolto per raccogliere donazioni a favore dell’ospedale alla Fiera di
Bergamo è stato a dir poco encomiabile. Se oggi questo ospedale è operativo a tempo di record lo si deve anche ai Vostri sforzi.
Ancora una volta, nel momento più difficile per la nostra terra martoriata, avete dimostrato a
tutti cosa significa essere bergamaschi. Incarnate al meglio le caratteristiche della nostra
gente.
Noi bergamaschi non ci arrendiamo di fronte alle avversità, lottiamo con tutte le nostre forze,
non ci piangiamo addosso ma troviamo anzitutto dentro di noi le risorse per reagire alle sfide
della vita. Siamo altruisti, a dispetto di alcuni stereotipi falsi e duri a morire. Siamo capaci di
spenderci in maniera disinteressata per il bene della nostra comunità, e da questo punto di
vista Voi rappresentate un alto esempio di impegno sociale.
La Vostra storia andrebbe spiegata ai ragazzi, raccontata nelle scuole, indicata ovunque come
sintesi virtuosa tra efficienza e solidarietà, tra pragmatismo e volontariato. Il nosocomio che
avete contribuito a creare è strategico per continuare a combattere, e vincere, la battaglia estenuante contro questo nemico subdolo e invisibile. La lotta resta durissima e non bisogna abbassare la guardia. Avete dimostrato ancora una volta che Bergamo può contare su di Voi, su un’Accademia dello sport che resta costantemente in prima linea per il bene di tutti. Siete l’orgoglio della nostra gente. Rinnovo il ringraziamento mio e dell’istituzione che rappresento per tutto quello che avete fatto e continuate a fare. Regione Lombardia sarà sempre dalla vostra parte. Noi non ci arrendiamo. Vinceremo insieme questa battaglia”.

 

Martina Cambiaghi (Assessore allo Sport e giovani Regione Lombardia)

“Gentilissimi,
vorrei sinceramente ringraziarvi per la vostra donazione a favore degli ospedali, le strutture
sanitarie, i medici, gli infermieri e tutto il personale che in questi giorni sta combattendo una
durissima battaglia per curare i cittadini lombardi e sconfiggere il Covid-19.
Sono venuta a conoscenza della vostra donazione grazie ai media e voglio esprimere la mia
più sincera gratitudine per il vostro sostegno. Il vostro dono generoso avrà un ruolo notevole
nell’aiutare a superare questo momento di estrema difficoltà che sta affrontano tutto il territorio
regionale. A nome del mondo sportivo regionale lombardo vi ringrazio per averci aiutato. Il vostro
sostegno incoraggia il nostro impegno costante nel raggiungere il nostro obiettivo, quello di
superare e sconfiggere il Covid-19. La vostra partecipazione e sostegno hanno avuto un ruolo importante nel successo della nostra raccolta fondi: l’unica cosa che mi sento di ribadire è il mio più sentito e accorato grazie.

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La Tac Mobile per altri due mesi a Seriate. Patelli “Fondamentale l’intervento dell’Accademia”

Il grande dono della Tac Mobile da cui tutto ha avuto inizio nei primi giorni dell’emergenza Covid-19, l’intuizione dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà per il Bolognini di Seriate, attraverso il racconto di chi ha il compito di gestirla.

Era l’11 marzo e a far recapitare all’ospedale di Seriate, uno di quelli più sotto pressione dalla diffusione della pandemia nel nostro territorio, una preziosissima Tac mobile è stata l’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo: l’associazione benefica è stata in grado di raccogliere, grazie alla fondamentale disponibilità di una quindicina di imprenditori del territorio, i 150mila euro necessari per il noleggio per due mesi del macchinario, arrivato dall’Olanda dopo 23 ore di viaggio.

E ora quegli stessi imprenditori si sono impegnati per fare in modo che la Tac mobile rimanga nella disponibilità dell’ospedale per altri due mesi, per affrontare con maggiore serenità questa nuova fase dell’emergenza.

A gestirla c’è Gianluigi Patelli, direttore del Dipartimento dei servizi dell’Asst Bergamo Est e direttore della Radiologia dell’ospedale Bolognini: “Per noi è stata una donazione provvidenziale. Ci ha permesso, nel momento in cui la tempesta stava montando ed era impetuosa, di riuscire a stare anche solo quel mezzo passo in avanti per non esserne travolti. All’inizio ci ha consentito di far fronte in modo adeguato alla quantità impressionante di pazienti che arrivavano dal Pronto Soccorso. E poi ci ha permesso di iniziare da subito a pensare a come separare i percorsi diagnostici”.

La Tac mobile si è aggiunta così a quella fissa già presente all’interno della struttura ospedaliera, ma dalle donazioni sono arrivati anche ecografi e radiografi portatili che hanno consentito di separare l’ambiente del pronto soccorso da quelli di ricovero, in modo da ridurre il più possibile le occasioni di contagio.

“In questo modo abbiamo fatto arrivare in Radiologia solo i pazienti che necessitano di esami particolari – sottolinea Patelli – La Tac mobile, di fascia così alta, ci ha dato e ci sta dando respiro, garantendoci una certa tranquillità nella gestione dei pazienti e dei relativi follow-up. Questo a prescindere da quella che sarà l’indicazione futura della Regione sulla ripartenza”.

Il ringraziamento all’Accademia dello Sport si rinnova: “Senza il loro intervento non so come avremmo fatto – evidenzia Patelli – Di questa malattia sappiamo ancora pochissimo: c’è bisogno di condurre tutta una serie di esami, tra cui quelli radiologici, anche per vedere se dà reliquati. Ma il loro sostegno non si è fermato a donazioni e macchinari tecnologici: è stato fondamentale anche l’apporto umano, il ricevere la carica dalla sicurezza di averli al nostro fianco. In organico abbiamo personale che dal 23 febbraio ha fatto al massimo 4 giorno di riposo: avere tutto il sostegno, anche psicologico, ci ha permesso di superare dal punto di vista emotivo questa situazione drammatica. È stata la nostra bombola d’ossigeno, la nostra forza nascosta nei momenti più bui”.

Parole accolte con piacere dai vertici dell’associazione benefica: “Quest’anno abbiamo rinviato il nostro programma sportivo per dedicarsi esclusivamente alla solidarietà sul territorio – sottolinea il presidente Alessandro Masera – Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e abbiamo ancora molti fondi da impegnare: un grazie al nostro trascinatore Giovanni Licini che si è mosso giorno e notte per dare una mano. Non ci fermiamo, abbiamo tante altre sfide difficilissime davanti a noi, anche quando l’emergenza sanitaria sarà conclusa: sono però fiducioso, perchè in questo periodo la laboriosità e la generosità dei bergamaschi mi ha davvero sorpreso“. 

Dal giorno del suo arrivo nel piazzale antistante il Bolognini, la Tac mobile ha svolto parecchie centinaia di esami, con una media grossolana tra i 10 e i 15 pazienti al giorno: “Tra un esame e l’altro, ovviamente, va fatta la pulizia del macchinario: chiariamo, non è un ‘pazientificio’, è servita da supporto alla Tac fissa per sopperire all’enorme richiesta che c’è stata in questo periodo”.

La procedura prevede che il paziente arrivato in pronto soccorso venga triagiato e, se necessario, viene inviato alla Tac mobile: “Si tratta dell’esame migliore per fare una fotografia della situazione – spiega il primario di Radiologia – In pochissimo tempo ci dice se il paziente ha segni di coinvolgimento polmonare e di alterazioni compatibili e tipiche della diagnosi di infezione da Covid-19. La velocità è una caratteristica importantissima: il paziente deve trattenere il fiato per pochissimi secondi, rendendo l’esame idoneo anche per tutti coloro che hanno forti difficoltà respiratoria per cui quell’operazione è complicata. Per noi è un esame di qualità superiore: la Tac, insieme alle indagini ematochimiche e al tampone, ci permette di fare la diagnosi. E in seguito anche di monitorare il decorso del paziente. Al momento è a disposizione esclusiva dei pazienti Covid”.

Seriate è stato tra i primi ospedali a sperimentare le difficoltà e l’altissimo afflusso continuo di pazienti e ora ha iniziato a vedere la luce: ma proprio quei momenti complicati si sono rivelati un’utilissima fonte di dati e informazioni che sono stati messi anche a disposizione anche di Sirm, Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, per arrivare a definire dei protocolli da seguire.

“Stiamo vivendo un momento di relativa calma – ammette, con tutte le riserve del caso, il dottor Patelli – Siamo sempre oberati, ma prima eravamo travolti. Ogni mezza giornata si facevano nuove osservazioni che trasmettevamo agli organi societari italiani per dare indicazioni che potessero essere preziose anche per altre realtà italiane. Non abbiamo fatto le cavie, ma è stato importante e intelligente non aver fatto sanità fine a se stessa e solo per noi: abbiamo avuto la lucidità e la capacità di fare questo lavoro in collegamento con le autorità scientifiche, accendendo la luce su alcuni aspetti della malattia. E continuiamo a fare osservazioni molto interessanti, con la differenza che oggi abbiamo il tempo anche per confrontarci con altri ospedale e partecipare a protocolli multicentrici che mettono in comune e condividono le varie esperienze. Speriamo non sia necessario, ma questo lavoro sarà importantissimo qualora dovesse verificarsi un ritorno di fiamma dell’infezione: la pandemia non è un evento controllabile, ma l’affronteremmo con più consapevolezza”.

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Giovanni Licini cittadino benemerito di Scanzorosciate

Un riconoscimento per certi versi inaspettato ma che inorgoglisce tutta la famiglia dell’Accademia dello Sport: il 21 aprile l’Amministrazione Comunale di Scanzorosciate ha deciso di conferire al proprio cittadino, nonché motore della nostra associazione, Giovanni Licini la cittadinanza benemerita.

“Uomo generoso e di cuore, disponibile e pronto, tenace e mai fermo – si legge nella motivazione -. Giovanni Licini è ideatore, fondatore, deus ex machina dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, considerata dalle Istituzioni esempio insostituibile per il territorio. Trasparenza e serietà sono i tratti identitari di Giovanni grazie al quale la solidarietà può essere ogni anno protagonista e centinaia di imprenditori possono donare con fiducia risorse economiche per il bene delle persone più bisognose e fragili. Durante l’emergenza Covid-19, le sue qualità sono ulteriormente emerse: con il suo stile e attraverso la sua ‘rete’, grazie al contributo di tante imprese bergamasche, è riuscito a raccogliere ben 1 milione di euro a favore degli Ospedali bergamaschi”.

Sorpreso ed emozionato, Giovanni Licini ha risposto subito al sindaco Davide Casati: “Per me è davvero una grande emozione, il riconoscimento del mio territorio e della mia gente non ha eguali. Sappi che il mio aiuto e il mio impegno per aiutare non avranno mai fine, finchè la salute me lo permetterà. Perché anche il grazie delle persone che soffrono non ha eguali. Grazie ancora, e un sincero abbraccio”.

Appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, il Comune di Scanzorosciate sancirà la nomina con la consegna di una targa celebrativa: “In questo momento non ci è possibile – ha spiegato il sindaco Casati – Intanto, a nome della cittadinanza e dell’Amministrazione Comunale, esprimo la più profonda gratitudine al nostro concittadino Giovanni Licini per la dedizione e l’impegno a servizio della comunità bergamasca”.

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La vita in corsia ai tempi del Covid 19 a Seriate. “Un sollievo l’aiuto arrivato dall’Accademia”

“Un grande aiuto è arrivato anche dagli industriali bergamaschi e dalle donazioni confluite nell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, che ci ha fatto avere una preziosa Tac mobile e tanti altri dispositivi fondamentali allo svolgimento del nostro lavoro, come i caschi Cpap, l’impianto d’ossigeno, i flussimetri. Un sollievo anche per noi”.  

 
“Un vero tsunami, per più di un mese abbiamo avuto un’ondata pazzesca di pazienti”: la sintesi migliore, un messaggio forte e chiaro lanciato dal dottor Roberto Keim, direttore del dipartimento di emergenza urgenza e dell’unità operativa complessa di anestesia rianimazione e terapia intensiva dell’Asst Bergamo Est, usa per descrivere la situazione vissuta all’ospedale Bolognini di Seriate, una delle strutture messe più a dura prova dell’emergenza Coronavirus.
“Al pronto soccorso avevamo 100 accessi Covid, tutti con insufficienza respiratoria – ha raccontato il dottor Keim– In pochissimo tempo abbiamo dovuto trasformare l’ospedale, con tutti i 230 posti letto a vocazione Coronavirus. Dagli ordinari 6 letti di terapia intensiva siamo arrivati piano piano a 22: 9 in rianimazione, 7 li abbiamo trasformati nell’unità coronarica, un paziente in ciascuno dei 6 blocchi operatori. Il tutto sempre con lo stesso organico, anzi da quel punto vista abbiamo dovuto fare i conti con parecchie defezioni: in più dovevamo gestire anche una sessantina di pazienti con caschi Cpap, la mole di lavoro è stata impressionante e incessante”.
Ora la situazione pare essersi quantomeno stabilizzata, con un massimo di 15 accessi al giorno in pronto soccorso ma più spesso una media di 2-5 pazienti: un termometro affidabile dell’andamento del contagio, con valori ben lontani dai picchi raggiunti nella fase acuta. “Sapevamo che era scoppiata la bomba, con malati scaricati continuamente in ospedale e la maggior parte di loro in grossa difficoltà respiratoria. Quella è stata la fase più difficile, perché ci trovavamo a dover dare risposte velocissime, dal punto di vista clinico, logistico, di informazioni ai pazienti e ai loro parenti, che si sono visti improvvisamente togliere il diritto di vedere i familiari ricoverati. Continuavamo a trasferire pazienti, fuori provincia, fuori regione, addirittura fuori dall’Italia”.
L’emergenza ha creato un’incredibile unione di intenti, una straordinaria disponibilità e volontà del personale che, seppur decimato da malattie e pensionamenti, non è mai arretrato di un centimetro: “Non sono stati solo i medici a sacrificarsi, ma ho visto e apprezzato moltissimo anche il lavoro degli infermieri – evidenzia il dottor Keim – Si sono messi alla prova anche in situazioni mai affrontate, nessuno ha mai guardato all’orologio o al giorno di riposo. Io stesso non vedo la famiglia da due mesi e la maggior parte di noi è in questa condizione. In più abbiamo perso tanti colleghi, con cui lavoravamo fianco a fianco: ma in questa brutta esperienza abbiamo trovato compattezza”. 
 
È nelle difficoltà dunque che l’ospedale ha trovato nuove forze, dall’interno, ma anche grazie al sostegno del territorio: “All’inizio non ci aspettavamo una situazione simile – ammette Keim – Eravamo profondamente impreparati ma ci siamo rimboccati subito le maniche per trovare nuovi posti letto in terapia intensiva e i dispositivi di protezione individuale. Un grande aiuto è arrivato anche dagli industriali bergamaschi e dalle donazioni confluite nell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, che ci ha fatto avere una preziosa Tac mobile e tanti altri dispositivi fondamentali allo svolgimento del nostro lavoro, come i caschi Cpap, l’impianto d’ossigeno, i flussimetri. Un sollievo anche per noi”.
 
Oggi il direttore del dipartimento di emergenza urgenza e dell’unità operativa complessa di anestesia rianimazione e terapia intensiva nota una de-tensione, una corsa meno affannosa al reperimento di nuovi posti letto: “Lo diciamo con molta cautela – si affretta a precisare – Stiamo respirando un po’ di più, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia: il livello di attenzione è altissimo, anche nella nostra cura e nell’uso maniacale dei dispositivi di protezione individuale, che fortunatamente ora abbiamo a sufficienza. Non possiamo commettere errori, a cascata si innescherebbe di nuovo tutto il ciclo pandemico, che per definizione non è prevedibile. Non ci troverebbe comunque più impreparati, ma non lasciamo spazio a facili entusiasmi: abbiamo tirato fuori il naso dall’acqua e iniziamo a respirare con una narice ma abbiamo ancora tutto il corpo sommerso. Stiamo immagazzinando dati, valutando e studiando i vari protocolli che ogni giorno, se consoni, ci troviamo ad applicare.Tutto questo ci cambierà e dovrà necessariamente portare a una riorganizzazione della sanità. Ora la cosa che desideriamo di più è quella di poter tornare a sorridere, magari togliendoci la mascherina: sarebbe il regalo più bello per lenire le fatiche fisiche e psicologiche”.
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