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BISIO SE LA RIDE, MAGONI FA SUL SERIO: IL VIP DOPPIA GLI OSCAR

Con l’aria di chi non si prende mai troppo sul serio, Claudio Bisio torna al Vip in cinematografica compagnia di Luca Lucini, regista di un tennis tutt’altro che da ridere. Comici? Sì, ma non certo spaventati e piuttosto guerrieri. Nel primo giorno dell’ultimo atto, la settimana decisiva, il tabellone fa Zelig appioppando a Bisio il primo re delle piscine italiano, Giorgio Lamberti, il nuoto azzurro prima della Pellegrini, in un fuoriprogramma teatral-natatorio. Il siluro Lamberti contro l’ironia surreale di Bisio. Chi è rimasto sott’acqua? “Ha steccato qualche colpo, io ho gestito la partita, ma Bisio è stato simpaticissimo”, ha raccontato poi Lamberti più fresco di quando portava il nuoto azzurro sulla luna, nei primi anno Novanta. Un ritorno, quello di Lamberti, che al Vip “nuotava” quando il Vip era in vasca a Sarnico. “Tornare qui è sempre un piacere, con me avrebbe dovuto esserci Domenico Fioravanti (campione olimpico a Sydney) ma un contrattempo l’ha fermato: vorrà dire che proporremo il doppio delle piscine dell’anno prossimo”, promette col sorriso Lamberti. Oggi Giorgione gestisce una società sportiva a Brescia, “la Gam Team”, ma il nuoto nuotato ha una vasca infinita e consigli per la “sorellina” Federica Pellegrini. “Non è stato facile per lei scegliere come allenatore Lucas, rinunciare a un tecnico italiano. Ha avuto il più grande di tutti, Castagnetti, l’uomo che mi ha lanciato, col quale abbiamo alzato l’asticella del nuoto italiano. Castagnetti era unico, in vasca e fuori, ma Federica è un mostro, può ripetere se stessa a Londra ma deve curare la tecnica come faceva con Castagnetti, di sola forza non si va”. Pellegrini e poi? “Qualche talento c’è, ma di Pellegrini ne nasce una ogni cent’anni: io ho fatto un record mondiale, lei una decina”. Dalla vasca alla terra rossa, Luca Lucini ha fatto ciak a una maratona da record, Magoni ha vinto l’oscar mettendo ai ferri Riccardo Ferri e Luca Facchetti. Leone come sempre, Paolo Agnelli ha ruggito nel singolo B ed è il primo finalista mentre brilla nella notte il misto doc. Racchette roventi ma domani sarà notte di tennis, poesia e canoe: attesi Gianni Clerici, Sergio Tacchini e Antonio Rossi. Le stelle non stanno a guardare.

 

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IL VIP NON SCOMMETTE: L’AVVOCATO IELPO CONDANNA IL CALCIO

Prodigi del villaggio globale, la polvere del polverone-scommesse arriva anche al Vip in un venerdì di calcio e temporali. Quasi una metafora meteo sull’acqua alla gola del nostro pallone, l’ultimo venerdì di campo costringe il Vip a riparare al coperto, con la solita provvidenziale metamorfosi della terra rossa in tappeto verde. Roland Vip indoor ma mentre Nadal prende a racchettate (metaforiche) Murray e Djokovic deve pedalare col re(divivo) Federer, sui campi di Cividino rimbalzano palline e il pallone nel pallone, il nostro calcio. Dilemma esistenziale per Mario Ielpo, già portierone del Milan e avvocato: è difendibile la categoria dei calciatori-giocatori o gli schizofrenici sono altri? Ielpo esce in presa con un’arringa dolce. “Non credo sia un problema di categoria, dei calciatori, semmai un problema del gioco d’azzardo. Ovunque sia, il gioco d’azzardo produce sconquassi, vedi nei paesi anglosassoni. Qui il calcio è un veicolo, ma la questione va ben oltre il calcio, che paradossalmente è marginale. Per questo non credo si possa parlare di Calciopoli 2 e per questo non credo che sia in gioco la responsabilità oggettiva delle società: da quanto emerge c’erano giocatori che scommettevano su risultati a sfavore, quindi il fatto sportivo è quasi secondario”. Ma ora che la categoria è a rischio-credibilità, Ielpo ammette che serve una rivoluzione dalle fondamenta, a costo di dover mettere mani alle cesoie. “Non so se ridurre il numero delle società professionistiche sia una via percorribile per evitare che troppi giocatori delle categorie minori senza stipendi siano a rischio scommesse, certo le categorie inferiori sono destinate a scomparire. L’esempio è l’Nba, leghe chiuse e di grande livello”. Superlega e SuperIelpo? “Ho mal di schiena, gioco a singhiozzo ma il Vip è amicizia e condivisione. Sono qui per questo”. Per questo e per fare un passo verso la finale continua la marcia del sorprendente duo Ciro Bresciani-Calogero Emanuele, sempre più mina vagante, e quello del sedicente tandem outsider Ferri-Luca Facchetti mentre Alberto Malesani, in attesa della chiamata del Genoa, resta in tribuna con Giuseppe Sigurtà, preso a pallate da Biasotti e Occhipinti. Nel singolo B mordono Angelo e Paolo Agnelli annunciando furori parentali, mentre Damiani fa l’Oscar anche nel misto doc vincendo la statuetta di serata con Alessandra Negretti. Domani e domenica ultimo respiro. Da lunedì rush finale in apnea.

 

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GIULIANO E’ IL RAZZO OLIMPICO AL VIP, MA INFORCA IL DOPPIO

Come un razzo nella notte, Giuliano Razzoli arriva a Cividino e abbaglia il Vip con l’oro del sorriso. Un subdolo scherzo del tabellone gli ha fatto trovare al cancelletto di partenza del doppio Marco Albarello, già mito dello sci di fondo italiano. Olimpionici delle nevi unitevi, sembra suggerire la terra rossa di Cividino, strizzando l’occhio alle stelle, chè la notte a cinque cerchi fa tintinnare le imprese d’oro della storia dello sport: l’oro di Albarello, nella mitologica staffetta ai Giochi invernali di Lillehammer, palle di neve in faccia ai norvegesi; l’oro di Razzoli, nella gara della vita a Vancouver, palle di neve in faccia ai corvacci dello sci italiano. Ora i due sono in campo insieme e alla fine sospireranno non troppo felici: Giuliano inforca, Albarello affonda, la sciolina non va, il doppio nemmeno. Due set da Nicola Pedone e Luciano Alfani e il circo bianco va in bianco. Ma prima Razzo aveva vinto la medaglia della disponibilità, guardando il bicchiere mezzo pieno della stagione delle grandi attese, la prima agli archivi dopo l’oro olimpico del 2010, la prima volta al Vip. “Mi ha portato qui l’amicizia con Albarello ed era quasi una promessa, perché qui sarei dovuto venire l’anno scorso, prima dell’infortunio. Io tennista? Sono curioso di vedere come me la cavo, mi considero un tennista discreto: da ragazzo giocavo spesso, ora no”. Ora che il ragazzo è diventato Razzo c’è da infilare gli sci AL cancelletto del riscatto. “Sono uscito nello slalom dei Mondiali, ma non è stata una stagione negativa. Prima dell’infortunio sciavo meglio dell’anno olimpico e la vittoria nell’ultima gara di coppa del mondo mi fa sperare per il futuro. Punto alla Coppa di slalom e non penso all’eredità di Tomba. Quella è troppo pesante da portare e allora io mi scanso”. Non dall’effetto Bergamo, la Coppa Europa al Pora. Razzoli ha detto presente prima dei Giochi e ha vinto, ha ridetto presente quest’anno prima dei Mondiali e non ha vinto. “Ma Bergamo mi porta fortuna, il Pora è stato un trampolino per Vancouver. Chissà che la storia non si ripeta”. Si ripetono Alessandra Gandossi e Adriano Latini nel doppio misto per classificati, è tornato a ripetersi Riccardo Maspero nel singolare prima e ora, alla vigilia del rush finale, Maspero rientra in corsa per un posto sotto le stelle. Che domani staranno a guardare, prima del gran finale da venerdì.

 

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ROSE DAL VIP: GRILLOTTI DICE SCHIAVONE, PILLON LANCIA CONTE

Direbbe il grande Luigi Necco: Parigi chiama, Cividino risponde. Che succede? Succede che nel pomeriggio della ville lumiere di Francesca Schiavone e del leonesco ruggito che vale la seconda semifinale consecutiva al Roland Garros, il Vip regala rose al tennis in rosa. È la giornata del ritorno di Romano Grillotti, antico Collina tennistico dei giudici di sedia italiani e Romano, dopo aver fatto cigolare il suo ginocchio, “gioco in doppio ma il ginocchio fa gli stessi rumorini che faceva l’anno scorso quando mi sono infortunato”, ha un sussulto chiamato Francesca. “La semifinale della Schiavone è un’impresa, ma non sono sorpreso: la terra è casa sua, oggi ha recuperato benissimo. Ha il 40% di possibilità di ripetersi, perché le altre non sono granché e se va in finale si esalta”. Tra le altre c’è anche Maria Sharapova, che però in versione terraiola non esalta Grillotti. “Sulla terra la Schiavone può batterla” e chi batterà Djokovic? Djokovic, dice Grillotti. “Con Nadal un po’ alla frutta e Federer distratto, Nole entro la fine dell’anno può essere il numero uno del mondo e ha ottime chance di vincere Parigi”. Schiavone e Djokovic all’arrembaggio, prevede Grillotti, Conte il pirata giusto per abbordare i sogni della Juventus, rilancia abbronzatissimo.

Pillon. Il Bepi della panchina al Vip non rinuncia mai, “perché qui sono di casa e come farei?”, e bene ha fatto la Juve a non rinunciare a Conte. “E’ giovane, ha idee chiare, sa tutto della Juve. Allenare i campioni vuol dire anche adeguarsi allo spogliatoio e lui dovrà tenerne conto, ma penso che farà bene”. Benissimo farà Doni a restare ancora un anno all’Atalanta e viceversa, “perché senza Doni l’Atalanta ha fatto fatica”. E Pillon? “Aspetto un progetto, altrimenti aspetterò”. Aspettativa è stata l’idea di Luca Lucini, “un anno sabbatico per pensare a un progetto per l’anno prossimo: una commedia malinconica, la sceneggiatura ha vinto il premio Salinas nel 2007”. La macchina (da presa) può attendere, ma non il Vip e men che meno il tennis. “Il Vip è una commedia in famiglia, non rinuncio a respirarne l’aria. Mi ha preso la “scimmia” del tennis proprio qui e ora sono in crescita, come il cinema italiano. Voglio la finale”. La finale del doppio misto per classificati è lontana, ma l’inizio è stato “roseo” con Carla Agazzi, Nicoletta Colombi, Helen Cippolletta. Da Parigi a Cividino è la vie en rose.

 

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CARRERA VA AL MASSIMO MA IL VIP PREMIA OSCAR

Carrera, Ferri, Magoni. Oscar, ma da oscar al Vip è la serata del calcio con la racchetta. Dopo il triangolare domenicale che vale il Master, tra Atalanta, Inter e Accademia del Tennis (ha vinto l’Atalanta Master in finale contro l’Inter), il calcio torna travestendosi da tennis con gli occhi ancora abbagliati dalla scia luminosa del Barcellona. Il massimo dice il Massimo, Carrera, amico storico del Vip., tornato a Cividino dopo l’eliminazione dell’anno scorso con l’aria di volersi rifare con gli interessi. Interessante, in effetti, è la sfida a Luca Locatelli. Un’ora e 43 minuti di maratona, corsa a buon ritmo e decisa al tie-break del terzo set. Massimo va forte, ma ingrippa nel rush finale. Prima però aveva accelerato sul futuro del pallone. “Il futuro è il Barcellona, una delle squadre più forti di sempre, per qualità dei singoli, ma soprattutto qualità del collettivo. Il Barcellona ha una progettualità di calcio fuori dal comune, per questo trionfa”. Per questo, lo dice il sorriso, il calcio italiano dovrebbe aprire gli occhi e il quaderno degli appunti. Sul taccuino della Juventus c’è ormai in neretto il nome di Antonio Conte e manca solo la firma in calce. Carrera lo vede al massimo. “Alla Juve sarebbe perfetto, conosce l’ambiente come pochi altri, fa un calcio offensiva, di grande corsa e organizzazione maniacale”. L’ideale, insomma, mentre il dilemma sulla panchina atalantina è tuttora reale. Colantuono o no? “Se andasse via, sulla panchina nerazzurra vedrei uno tra Pioli e Ficcadenti, entrambi fanno un calcio organizzato e propositivo. Con o senza Doni? Con. Cristiano ha l’intelligenza per amministrarsi ed essere decisivo ancora in un ruolo part-time”. Full time nel frattempo continua la marcia di Riccardone Ferri e Oscar Magoni. Re Riccardo, in coppia con Luca Facchetti, ha fatto terra bruciata, mentre Magoni non smette di fare l’oscar spazzolando in due set Neri e Gallo in tandem con Adam Lodovici. Domani il tandem sarà griffato e molto “rosa”, col via al doppio misto per classificati con le stelle al femminile, dalla svizzera Gagliardi a Cristina Casini. Ci sarà anche Bisio, a colpire forte con lo humor di sempre. Serissimo, perché lui non è un tennista da ridere.

 

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BRIZZI E LUCINI, SHOW AL VIP: IL NUOVO CINEMA FA CIAK

Bagnati e felici. Ciak, si gira, si rigira ed è buonissima la prima. Nel primo giorno di pioggia vera a inzuppare il Vip, Fabio Brizzi e Luca Lucini fanno i gemelli del nuovo cinema italiano. Regista uno, regista l’altro, talento uno, talento l’altro, Brizzi e Lucini prendono “bacchetta” e racchetta e firmano un doppio d’autore, ben oltre il risultato. Renato Guatterini e Diego Cuni, gli avversari di serata, sono ossi duri, ma Brizzi&Lucini trovano il feeling sul rosso come dietro la macchina da presa e se ci sarà sequel lo vedremo su questi schermi. Sarà perché piove e l’umidità non fa bene i fondisti, ma i fratelli Renato e Fabio Pasini affondano in una serata storta come raramente capita sulle nevi: ko Renato, ko il doppio fraterno, ci pensa Renato a tenere su la baracca ma la caccia alla sciolina migliore è già avviata. La sciolina della serata è un mix composito, cinema, fondo e giornalismo sportivo con incroci sulla MilanoTorino. Carlo Pellegatti, amico storico del Vip, ha appena vinto lo sprint in singolare con Marco Barcella e comincia a tirare il doppio in tandem col collega Alberto Pastorella, inviato di Tuttosport. Se sia più in ambasce il milanologo Pellegatti a decriptare il mercato del Milan o Pastorella a decifrare il nuovo corso juventino, il dilemma se lo porta via il campo che ironicamente contrappone al feeling rossonero di Pellegatti l’ex portierone rossonero Ielpo, avvocato del Diavolo con Gianluigi Viscardi. Lotta vera mentre il diluvio trasforma la terra rossa di Cividino in una maratona indoor su tappeto verde aspettando uno squarcio d’azzurro che non arriva. La speranza è che torni lunedì, quando il Vip aprirà i battenti sulla seconda settimana, quella rosso fuoco. E saranno tutt’altri ardori.

 

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DAMIANI ARRIVA AL VIP E VA SUBITO IN FUGA: NOTTE DA OSCAR

Rosa è la sera bergamasca e sul rosso di Cividino arriva Giuseppe “Oscar” Damiani. Nel giorno del Giro e della quasi fuga verso la vittoria di un altro amico del Vip, Marco Pinotti, Damiani mette piede al “Mongodi” in una veste inedita: doppista nel doppio misto. Un clamoroso “divorzio” con l’inossidabile Pietro “Gedeone” Carmignani? No, Damiani non lascia (Gedeone) e semmai raddoppia. E allora eccolo in coppia con Alessandra Melchionni andare all’attacco di Silvia Speranza e Silvano De Rui come Pinotti della salita del Ganda. L’idea, evidentemente, è quella di rodare il tandem in attesa dell’arrivo di Carmignani e detto fatto: Oscar al primo Damiani e alla sua compagna di doppio, a valanga sulla coppia Speranza-De Rui. “Al Vip non posso mancare, in 20 anni ho saltato un paio di edizioni e sempre per qualche acciacco fisico”, aveva ammesso Damiani prima di mettere mano alla racchetta. La mano sul calciomercato, invece, Oscar la mette con la consueta tattica del catenaccio. “A breve succederà qualcosa d’importante, ma non posso dire cosa. Posso dire però che le neopromosse sono le più attive e tra questo metto anche l’Atalanta. Ci sarà da divertirsi”. Stavolta si sono divertiti davvero Simone Padoin e Daniele Capelli, a segno contro il duo tennistico delle nevi formato da Walter Girardi e Aldo Ghislandi, baciato in fronte nel misto dalla solita vena di Bibi Perez. Uno spettacolo, è il caso di dire, il doppio Gallivanoni-Lucini, col regista a tagliare la testa al toro, cioè alla coppia della distensione bergamasco-bresciana Fabio Galli-Maurizio Neri. Lucini replica il ciak domani, quando al Vip sbarcheranno Riccardo Maspero, Luca Fusi, Fausto Pizzi, Massimo Taibi, Carlo Pellegatti, l’assessore Enrica Foppapedretti, l’ex questore di Bergamo Dario Rotondi e l’attore Filippo Nigro. Lo spettacolo continua.

 

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CHIAPPUCCI DIABOLICO AL VIP: IL GIRO? CHE NOIA, TROPPI CHERUBINI

Arriva perché “fisicamente sto bene, è tennisticamente il problema: ma qui non posso mancare”. Non può mancare e allora eccolo, il Diablo Chiappucci, nero come la pece per l’effetto del sole e l’effetto del Giro, ammorbante a suo dire. “Tutto troppo scontato”. Non lo è l’abbraccio al Vip, anche se il diabolico Claudio ha cuore d’oro e a Cividino è in sella da anni. Feeling antico, che va oltre i risultati e un volo basso annunciato col sorriso, “gioco in singolo e in doppio, ma l’obiettivo è vincere almeno una partita”. Ma gira e rigira è il Giro a sgonfiare la ruota di Chiappucci. “Questo è un Giro abbastanza insipido, tutto troppo scontato. Non c’è mai stato uno scossone e non so se sia troppo bravo Contador o troppo poco competitivo il resto del lotto. Contador è fortissimo, ma dietro manca un leader e manca il coraggio di osare. Manca l’istinto, la follia che ha sempre incendiato la gente”. Con o senza bagarre Bergamo è già in fiamme per il Giro ma Chiappucci “spegne” l’incendio. “Non mi aspetto grandi scossoni dalla tappa che arriva a San Pellegrino, la salita del Ganda è buona ma non al livello delle salite più importanti. Potrebbe essere la tappa di una fuga da lontano, e magari di Pinotti. Bergamasco doc e la tappa gli si addice”.Contador e poi? “Nibali è favorito per il secondo posto, ma Scarponi può tenere fino alla fine”. Alla fine Chiappucci ha corso in tandem: in singolo con Adam Lodovici, in doppio con Gianpaolo Rossi contro Fabio Punzo e Giuseppe Bonatti. La gamba c’è, il risultato è un dettaglio ma non ditelo alla coppia discesista Ghedina-Rungalldier, due mostri delle nevi di qualche anno fa andati ko a valanga in due set mentre affondava anche il fondista Fabio Pasini, battuto da Alberto De Rui. Giornata nera per il circo bianco. E il calcio? Con le polveri bagnate i bomber Oliviero Garlini e Paolo Monelli, già centravanti di Fiorentina e Lazio, è stata la giornata del quartetto Acerbis-CelliniDel Prato-Poloni, poker d’assi e d’amarcord dell’AlbinoLeffe che fu. Sarà di buon auspicio? Chissà. Nel frattempo domani sarà giornata di cinema e spettacolo, col regista Luca Lucini e Corrado Tedeschi. Ciak, si gira nel giorno del Giro.

 

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SIMONI E GUERINI VEDONO ROSA: IL VIP TIRA LA VOLATA AL GIRO

C’è il Giro in giro e idealmente tutto il resto tira la volata. La terza giornata del Vip è una tappa in gruppo, una parata di stelle. Ci sono pezzi forti dell’Atalanta, Daniele Capelli e Simone Padoin, tandem difensivo-mediano ad alta densità d’ironia. Dall’altra parte della rete Daniele Fortunato e il giornalista Gianluca Rossi, volto interista di TeleLombardia. “Puntiamo sul suo diritto”, se la ride Padoin, “io corro e lui gioca”. Il migliore? “Di noi tre è Doni”, ribatte pronto Capelli in omaggio al capitano, anche quando l’erba verde è la terra rossa e il pallone è una pallina. Cristiano Doni torna dopo un anno sabbatico, “perché non potevo non tornare. Giovanni Licini e qui ci si prende un po’ in giro”. Corsi e ritorni. In giro rispunta la faccia furba e decisamente abbronzata di Riccardo Ferri, tornato al Vip dopo la pausa-infortunio dell’anno scorso. Gioca in doppio con Luca Facchetti secondo una vecchia promessa anche se “non abbiamo mai giocato insieme, siamo una coppia del tutto inedita. Il titolo? No, noi siamo outsider, ma tornare qui è sempre un piacere”. Il dispiacere glielo ha dato l’Inter, mai in gara, sempre a ruota del Milan. “Il calo era prevedibile, ma mi aspettavo più lotta in campionato. La differenza l’ha fatta il derby, il Milan aveva più voglia” e via a cercare il passo con Facchetti. Il passo del doppio ciclistico di giornata, Gibo Simoni-Marco Serpellini contro Giuseppe Turbo Guerini-Marco Milesi, un trentino e tre bergamaschi, è da tappone dolomitico di quelli epici, un’epopea da maratona con strappi e “buchi” ricuciti in fretta in un inno alla pazienza. Ma prima della prova sul rosso, a poche ore dalla tappa bergamasca, due pezzi della storia del ciclismo italiano avevano messo in fuga i dubbi. Il Giro è finito? “Contador mi ha sorpreso, pensavo faticasse di più su un percorso poco adatto alle sue caratteristiche – spiega Simoni-. Ma attenzione, l’arrivo di San Pellegrino è meno semplice di quanto sembri, può fare selezione per il podio”. Il podio e poco altro, ammette Beppe Turbo Guerini, ma per lui il Giro a Bergamo è come tornare a casa. “Casa mia, sotto la salita del Ganda, è il punto d’osservazione migliore e li si deciderà la tappa, ma purtroppo il Giro è virtualmente chiuso e senza ombre su Contador: lo spagnolo è uno dei più forti di sempre. Da bergamasco punto sul nostro Carrara, sul Ganda può dire la sua”. Il suo Giro è un ricordo bello e paradossale, “lontano dai primi nella crono di Selvino con tutta le gente del mio fan club”, cosa abbia urlato l’edizione 2011, tra cadute tragiche e scioperi della discesa, è chiaro. “Poca sicurezza in questo Giro, ma la responsabilità è collettiva, dall’organizzazione alle squadre”. Simoni alla fine l’ha battuto in volata, due set tirati. Ma il sorriso del Vip è da maglia rosa.

 

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UN CITTA’ PER AMICO: CESARE PRANDELLI COLORA D’AZZURRO IL VIP

Immancabile, perché il cuore batte quanto il feeling, “e io e Licini ci siamo presi come impegno morale di stare insieme ai nostri ricordi, almeno per una sera”. La sera è questa e alle otto e spiccioli della seconda giornata sbarca al Vip dopo una maratona. È la giornata delle convocazioni per Italia-Estonia e l’amichevole con l’Irlanda, è la giornata del ritorno di Balotelli e Pirlo, dell’addio a Firenze di Montolivo, del nuovo corso Juve. Prandelli arriva, sorride, ammette sussurrando di essere stanco e spiana subito la strada ai dubbi. “Di Nazionale non parlo”, di tutto il resto sì, con la disponibilità di sempre, quello dell’amico di tutte le ore, amico vero a prescindere. L’anno scorso, cittì in pectore nella bufera mediatica si tappò la bocca ma non il cuore, e al Vip non rinunciò. Un anno dopo gli occhi sono più distesi, il sorriso anche quanto i ricordi. “Con Giovanni (Licini) abbiamo una missione, l’obbligo morale di stare insieme almeno una sera con tanti meravigliosi ricordi. Quando vedi certe persone ti vengono in mente quei momenti”. Achille e Cesare Bortolotti, Giacinto Facchetti. Prandelli i ricordi li evoca, non ha bisogno di chiamarli per nome, anche se sono nomi di una vita e dei tempi del cittì tennista. “Mi sono fratturato ginocchio e caviglia giocando a tennis, sono andato in ritiro con le stampelle e non è stato bello”. Bello, meraviglioso, è stato il volo dell’Atalanta e Prandelli sorride. “Straordinario Percassi, ha ricreato l’entusiasmo di cui l’Atalanta a aveva bisogno, ora mi auguro che l’Atalanta abbia qualcosa da proporre per la Nazionale”. Bonaventura? “Non faccio nomi, ma conosciamo la bontà del lavoro dell’Atalanta”. Diplomatico ma non evasivo, Prandelli vola sul campionato italiano. “Conte conosce l’ambiente Juventus benissimo, sono convinto che farà molto bene. Montolivo? Con lui ho un grande rapporto, a me andrà bene qualunque cosa voglia fare. Il valzer delle panchine? Può essere un bene”. Un pensiero all’antico maestro Mondonico, “sono convinto che farà l’ennesimo miracolo” e amarcord formato Vip. “L’ultima volta al Vip ero in coppia con Ancelotti, eravamo silenziosi ma determinati”. Determinante può essere l’apertura del Vip alla Ricerca. “Il salto di qualità, ormai questa manifestazione è un punto di riferimento”. Poi via, a mescolare d’azzurro cuore e ricordi. Domani nella terza giornata a Cividino è attesa una bella fatta di Atalanta, con Doni, Capelli e Padoin, e il Giro che fu, quello di Gibo Simoni, Scarpellini, Milesi e Guerini. Una rosa per il Vip.

 

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