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Cristina Radici, la solidarietà nel dna: “L’Accademia, un impegno morale”

Nel suo dna c’è una molecola magica, quella più preziosa, quella della solidarietà. Negli occhi di Cristina Radici si legge la storia di una famiglia legata a filo stretto con la storia di Bergamo, della Val Seriana in particolare, dal Dopoguerra a oggi. Ma nel romanzo di un’epopea industriale c’è spazio lucente per pagine dolci: quelle dell’impegno per gli altri, con la figura di Luciana Previtali Radici a brillare, e quelle dello sport, con le biografie di Fausto e Gianni Radici intrecciate alle emozioni della neve e dello sci.

Oggi Cristina Radici fa il suo ingresso nel consiglio dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, lo fa col sorriso, con senso di responsabilità, con la gioia sincera per l’aiuto a chi è meno fortunato: «Entrare nella famiglia dell’Accademia è un impegno soprattutto morale. È anche un sacrificio, certo, perché si devono coniugare queste attività alla famiglia, ai figli, ma ho davvero voglia di impegnarmi per far qualcosa di positivo. Ringrazio Giovanni Licini per l’aiuto, per il coinvolgimento, per la proposta. Riuscire a far qualcosa di buono, come ciò che abbiamo realizzato per Amatrice e per le tante realtà del territorio bergamasco, dà una soddisfazione gigantesca: se si può far del bene per qualcuno, sono pronta», è il pensiero di Cristina Radici.

Dici «Radici», pensi alla storia del territorio bergamasco. La ricostruzione dopo il flagello del secondo conflitto mondiale, una valle che si rialza, l’orgoglio del lavoro. E poi, ancora, altri valori nobili. Quelli incarnati in particolare da Luciana Previtali Radici, moglie di Gianni e amata nonna di Cristina, donna di solidarietà straordinaria, icona di una terra, quella bergamasca, venata dal sentimento nobile dell’impegno concreto: la Lega italiana per la lotta contro i tumori, il club Amitié sans frontières, il Lions club Bergamo le Mura, l’aiuto al «Mario Negri» e ai «Riuniti» di Bergamo, associazioni e storie a cui Luciana Previtali Radici ha dedicato la propria vita. «Coniugare impresa e solidarietà è molto importante, fondamentale – riflette Cristina Radici -. Se devo scegliere qualcosa che mi hanno lasciato i miei nonni, penso a un insegnamento prezioso: aiutare gli altri, dedicarsi agli altri. Nonna Luciana è stata unica nel suo genere, una donna d’altri tempi. Oggi manca – sospira emozionata Cristina -. Non solo come nonna, ma per la sua personalità particolare, perché trasmetteva cose quasi inspiegabili. Nel cuore porto uno dei suoi ultimi messaggi: continuate a fare del bene per gli altri, date ciò che potete, anche di più, e fatevi bastare ciò che avete».

Allora, in filigrana, nel coinvolgimento di Cristina all’interno dell’Accademia c’è anche la voglia di continuare a scrivere una preziosa storia di famiglia. La mente corre subito ai giorni recenti, all’aiuto dato alla popolazione di Amatrice, allo stadio di Bergamo gremito, al supporto che Atalanta ha dato alla causa della solidarietà, grazie alle idee di Cristina Radici e Giovanni Licini: «Allo stadio abbiamo vissuto una giornata piena di emozioni: la curva, la tribuna, tutti uniti per la stessa causa. Ma la cosa che più mi è rimasta impressa è il ringraziamento del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. E le sue parole: “Ricordatevi che non dobbiamo rimanere terremotati a vita, ma sfollati a tempo”. Fa pensare al senso della beneficenza: i nostri devono essere aiuti concreti, mirati, per aiutare le persone a crescere. Come è nata l’iniziativa di Atalanta-Fiorentina (l’incasso della partita è stato destinato alla ricostruzione del campo sportivo di Amatrice, ndr)? È iniziato tutto da un pour parler con Giovanni, e s’è subito innescato: Luca Percassi, mio marito e amministratore delegato della società nerazzurra, ha dato subito l’ok, così come mio suocero, Antonio Percassi. Giovanni ha fatto il resto, io ho solo fatto da collegamento – sorride con modestia Cristina –, poi grazie a chi ha curato comunicazione la giornata è andata per il meglio».
La solidarietà e lo sport, tutto è già condensato nel nome dell’associazione. Cristina Radici lo sa bene: splendida promessa dello sci italiano, protagonista nelle nazionali giovanili azzurre, oggi mamma affettuosa, impegnata nella famiglia, ma attiva ancora sulla neve, come presidente di PLAY Sport Academy, realtà che fa divertire sugli sci ottocento bambini bergamaschi. «È fondamentale unire sport e solidarietà. Sono anni che prometto a Giovanni di giocare al torneo di tennis dell’Accademia, questo è il momento buono: sto iniziando a prendere lezioni di tennis – è la simpatica promessa di Cristina Radici –. E poi lo sport è importante per valori che tramanda: il sacrificio, l’educazione, i valori veri della vita». Quelli che anche l’Accademia esprime ogni giorno. Benvenuta, Cristina.