Due generazioni unite nei momenti più preziosi. La famiglia, il lavoro, la beneficenza. L’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo accoglie nel suo consiglio Danilo Arizzi, figlio di Aldo, figura storica della nostra associazione, amico che ne ha accompagnato la storia sin dalle sue origini. Di padre in figlio, dopo anni di impegno profondo, oggi Aldo sceglie di passare a Danilo un testimone fatto di aiuti concreti, sentiti, emozionanti per la comunità bergamasca, per le tante realtà aiutate dall’Accademia. «Mio papà è stato uno dei fondatori dell’associazione, oggi con piacere ne seguo le orme, entrando nel consiglio dell’Accademia per continuare il suo lavoro», sorride Danilo Arizzi.
Sostenerne i progetti, curarne l’organizzazione, coinvolgere altri amici per allargare la rete benefica. Oggi l’associazione è un riferimento apprezzato con vigore anche oltre i confini di Bergamo, e negli occhi di Danilo Arizzi c’è la soddisfazione di chi si appresta, con più passione ancora, a intraprendere il percorso dell’impegno: «Oggi, in questo momento storico così difficile, fare solidarietà è importante come non mai. Lo vediamo spesso, e ne siamo noi stessi testimoni: le associazioni vanno a supplire le mancanze delle istituzioni, ma noi lo facciamo con piacere, perché è la nostra missione. Vedendo i risultati, siamo super-contenti di questo nostro slancio – sorride Danilo Arizzi –, perché ciò che facciamo è concreto, prezioso, apprezzato». Tanti successi, ma senza porsi limiti: «La nostra intenzione è ingrandirci sempre più, diventare sempre più importanti, affermare l’Accademia dello Sport per la Solidarietà come realtà nazionale. Lo siamo già, ma non dobbiamo fermarci: ecco perché dobbiamo continuare a coinvolgere sul territorio sempre più partner, per poter crescere e sostenere progetti fondamentali per questa terra».
E anche oltre. Il pensiero corre rapido ad Amatrice, al lavoro straordinario messo in piedi per i luoghi più duramente colpiti dalla tragedia del sisma. Le case mobili inviate a tempo di record, il rapporto continuo con le famiglie aiutate, gli occhi felici di chi ha ricevuto un sollievo straordinario: «In questi anni abbiamo fatto tanto per la Bergamasca, ma vogliamo, sappiamo e possiamo uscire anche dalla nostra terra, quando c’è bisogno di portare aiuto: Amatrice ne è un bellissimo esempio, ne siamo entusiasti».
Nella storia della famiglia Arizzi, la missione del lavoro si stringe forte alla vocazione per la solidarietà. Papà Aldo parte dal basso, dalla fabbrica, crescendo un passo alla volta, sino a diventare socio di Somet, l’azienda specializzata nella produzione di telai fondata da Gianni Radici e Nello Pezzoli. Di anno in anno, fare impresa si trasforma in una sfida che sorride al successo: oggi Itema, prosecuzione di quella storia nata in Val Seriana e che su quelle montagne continua ad avere il cuore, è leader mondiale del settore, una realtà affermata in tutto il globo, e di cui la famiglia Arizzi è ancora colonna portante. «Seguo l’azienda di famiglia da sempre, sono nel consiglio di amministrazione, mettendo sempre al primo posto il valore del territorio bergamasco: anche se di questi tempi sarebbe facile e conveniente scegliere di andare all’estero, noi siamo orgogliosi di rimanere qui, dove siamo nati, con una presenza forte. Ci avviciniamo al cinquantesimo di anno dalla fondazione, quasi mezzo secolo da quando papà e la famiglia Radici decisero di lanciarsi nell’ennesima sfida: il settore tessile ha fatto storia della valle, oggi l’orizzonte è più difficile, ma noi continuiamo a esserci. Abbiamo più di mille dipendenti, di cui quattrocentocinquanta a Bergamo, il resto tra sedi e uffici commerciali in tutto il mondo. Un’impresa deve guardare al territorio in cui è inserita, deve aprirsi al sociale, il legame storico con l’Accademia ne è un esempio». Una storia che prosegue: di padre in figlio, da Aldo a Danilo Arizzi, il romanzo della solidarietà s’appresta a scrivere altre pagine emozionanti.