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Innovazione nella continuità

Un quasi inosservato dettaglio di copertina, come il bel profilo di Città Alta che pare tracciato con leggerezza dal giocatore di golf, contrapposto a quello di Tennis, può dirsi sintesi dello spirito che anima l’Accademia dello Sport e della Solidarietà, volutamente all’ombra delle torri e dei campanili della Bergamo antica. Questo spirito rappresenta una variegata e bellissima immagine della Bergamo migliore, che poi emerge dalle pagine di questo libro, i cui volumi, e siamo a 27 (senza contare quelli prima del “Bortolotti”), vengono a formare una piccola enciclopedia che ogni anno si aggiorna. Scrivo questo a ragion veduta, dopo aver sfogliato tutto il libro, dopo aver letto tante testimonianze, contemplato la bellezza artistica, coniugata con la bellezza delle eccellenze nello sport, nella medicina, nella ricerca, nell’imprenditoria, nella musica, la bellezza dell’amicizia, del mirabile lavoro d’équipe e del crescente impegno
della solidarietà, e non mi riferisco qui alla solidarietà dell’Accademia, divenuta fiume ultramilionario che negli anni ha irrigato tante iniziative benefiche, ma mi riferisco proprio alla scoperta di tante associazioni benefiche bergamasche che nei diversi campi operano a favore dei più deboli. E devo essere sincero, tante sono state anche per me una scoperta. Quanta bontà nascosta! L’Accademia, attraverso la solidarietà, l’ha portata alla luce, ponendo tante fiaccole, affinché l’esempio ne accendesse altre. Uniti con Te nell’aiuto ai più Deboli, c’era scritto a lettere cubitali sul cartello dell’Accademia, in Piazza San Pietro per incontrare Papa Francesco. Sì, uniti a Te, Papa Francesco. Era il 2014, ma il ricordo rimane vivissimo e stimolante. E mentre invitiamo non solo a guardare le immagini, ma a leggere tutto anche le varie testimonianze, mai formali, nemmeno quelle di importanti esponenti politici, meno che meno quella di Licini, che privilegia sempre l’impegno della Solidarietà. L’anno scorso, per esempio, mise l’accento sull’apertura oltre la realtà di Bergamo, nello “slancio immediato a favore della popolazione di Amatrice… terra flagellata dalla tragedia del terremoto”. Per tessere le meritate lodi all’Accademia, prendiamo a prestito le parole del segretario generale della Curia Vescovile, mons. Giulio Dellavite, divenuto, nel corso degli anni, amico e potremmo dire assistente spirituale dell’Accademia. Sentite cosa scrisse lo scorso anno: «L’Accademia non filosofeggia, non si mette in vetrina per farsi notare, ma silenziosamente fa i fatti. Chi ha questo stile è “persona per bene”. Oggi rara. L’Accademia fa “bene”. Fa tanto bene e lo fa bene. E questo porta bene!». Potrebbe sedersi sugli allori Giovanni Licini con tutta la sua formidabile Accademia. Invece si sente impegnato a fare “sempre più bene”. Non si discosta dal solco tracciato, ma continua a tracciarne di nuovi perché il segreto per “far bene” è l’innovazione. Innovazione nella continuità. Vorrei accennare alle “innovazioni” di quest’anno, ma voglio lasciare ai lettori il piacere della scoperta. Una già palese è nella copertina. Caravaggio! Credete sia una scelta determinata dalla fama di Caravaggio, sempre più “di moda”? Niente affatto. Licini ha scelto Caravaggio per ribadirne la profonda radice bergamasca, ma soprattutto ha scelto di Caravaggio il capolavoro nel quale riconoscere lo spirito conviviale dell’Accademia e il suo impegno per lo studio e per l’arte, per fare di ogni dettaglio un capolavoro come è insito nel nome stesso di Accademia. Non vi dico le telefonate e gli incontri solo per decidere la scelta di copertina. Moltiplicate poi il tutto per il numero di pagine. Ma innovazione per Giovanni fa rima con perfezione.

PAOLO COLOMBO