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LA RICETTA DI FERRI: “L’INTER DEVE RIPARTIRE DALLA DIFESA”

Ce ne sono di argomenti di discussione sotto il cielo del Vip. Non entrando nelle dinamiche imprenditoriali e limitandoci all’aspetto sportivo, gli spunti nascono in continuazione, anche soltanto incrociando lo sguardo con uno qualsiasi dei protagonisti del campo. Colori rosa o neri, passando per il nerazzurro, in due differenti tonalità. Trovi Riccardo Ferri, sinonimo di Inter, ed il focus è subito sul momento difficile della sua ex squadra, alle prese con una fase di transizione: “Non mi aspettavo una stagione così difficile, questo è chiaro. Ci vuole un cambiamento, che non deve essere per forza radicale, ma graduale, passando dall’acquisto mirato di qualche top player”. Palacio è in già a bordo, Lavezzi nel mirino, ma Ferri, da buon difensore, sa che è importante garantirsi fondamenta solide: “Palacio è un buon rinforzo, ma si parla sempre di attaccanti, quando l’Inter dovrebbe invece pensare a rafforzare la difesa”. Ranocchia poteva essere un suo degno erede, ma è stato risucchiato nel ciclone, perdendo anche l’azzurro: “E’ un difensore valido e ha ampi margini di miglioramento, ma è ovvio che deve essere messo nelle condizioni migliori per rendere al top”. Infine, la domanda più attesa: l’allenatore. “Stramaccioni? Mi sembra una scelta dettata dalle impressione di quest’ultimo scorcio di stagione. E’ molto giovane, ma ha dimostrato personalità: molto dipenderà da lui, ma molto altro anche dalle condizioni in cui potrà lavorare: dietro all’allenatore ruotano la società e il suo progetto”. Sulla terra rossa, nonostante la ritrosia finale (“Mi sono fatto anche male: ormai sono degno di un torneo di scopa d’assi, chiederò a Licini di aggiungerlo il prossimo anno”, Ferri ha appena battuto l’ex avversario di tanti Inter-Atalanta, ovvero Valter Bonacina. “E’ sempre piacevole rinverdire con il tennis le vecchie sfide: me ne ricordo tante, anche una in Coppa Uefa”. Il pensiero poi va alla sua ex squadra, seguita sempre da vicino: “L’Atalanta ha disputato un ottimo campionato, in cui si è rivelata come la sorpresa principale, chiudendo con una salvezza tranquilla nonostante la penalizzazione. L’ambiente si è dimostrato all’altezza e anche il mister”, commenta l’ex mediano, che Colantuono lo conosce bene avendo lavorato al suo fianco in passato. Ma che idea si è fatto uno come Bonacina del flagello scommesse? “E’ una piaga che bisogna debellare: purtroppo, gli ultimi sviluppi hanno mostrato che si tratta di qualcosa di più radicato di quanto potessimo ipotizzare. Come andava ai miei tempi? Io non ho mai notato niente di irregolare, ma probabilmente le cose sono cambiate dopo che sono state legalizzate le scommesse”. La bufera che sta investendo il mondo del pallone è sulla bocca di tutti e, allora, non si poteva non tentare di fare dire la sua ad un altro rivale di Bonacina (nel doppio giocato subito dopo), ovvero Luciano Alfani, presidente della sezione fallimentare del tribunale di Bergamo. Missione fallita, nonostante la contagiosa simpatia di Alfani che, con una solare cortesia, spiega che “E’ tutta un’altra storia, io non ne so niente. E’ già difficile parlare del mio ambito, ovvero i fallimenti, che purtroppo sono sempre di più”. Ultima divagazione, in termini ciclistici, con il Diablo Chiappucci che non riesce mai ad essere scontato, ribadendo concetti già fatti intendere nei giorni scorsi. “Se al Giro ha vinto il migliore? Probabilmente sì, visti quelli che c’erano. Il livello è sempre più basso: gli stranieri sono pochi e sempre più menefreghisti, mentre gli italiani non riescono a brillare, basti pensare alla delusione di Basso. Ipotizzavo che avrebbe vinto Hejsedal, così come, purtroppo, che sarebbe stata un’edizione sempre più noiosa ed attendista”. Il Diablo non si morde mai la lingua e, con lui, anche il rosa del Giro finisce per assumere altre gradazioni.