La bandiera non si ammaina, anzi sventola sempre alta. Stavolta con l’Accademia dello Sport per la Solidarietà. Perché neppure un monumento della storia recente dell’Atalanta, fresco d’addio al calcio giocato, ha voluto dribblare un appuntamento all’interno del quale ormai lo si può considerare uno di famiglia. E lui, per prendere tutto ciò alla lettera, si è presentato a Cividino accompagnato dalla moglie Cristina e dai due figlioletti.
“Qui mi sento a casa – attacca il capitano – perché ogni volta ritrovo tanti amici, che siano ex compagni oppure dirigenti che hanno fatto parte della mia storia. Ed è sempre un piacere tornare sapendo soprattutto quanto è importante una presenza per dare un contributo a chi ne ha davvero bisogno”. Inevitabile naturalmente un flash back sul “saluto perfetto” al calcio giocato, con la rete su rigore contro l’Udinese e uno stadio in festa che lo ha portato a versare lacrime spontanee piene d’amore: “Il finale perfetto di una bella storia – dice – visto che ho potuto cominciare e concludere con la stessa maglia e con una dimostrazione di riconoscenza così grande. Il futuro? Vorrei guardare questo sport magari da una prospettiva diversa, magari nel settore marketing ma a quello penserò senza fretta. Il presente mi porterà a qualche camp estivo e alle partitelle già promesse insieme alle Vecchie Glorie”. Fa un certo effetto pensare ad un Bellini già proiettato sul “cosa farò da grande”, ma se le scarpe con i tacchetti sono ormai appese al fatidico chiodo quello che pulsa sempre è il cuore di Gianpaolo quando si tratta di beneficenza. Un esempio che si dimostra tale a 360 gradi, un amico fedele e ideale per l’Accademia che ha così inaugurato al meglio l’ultima settimana del torneo.
Tutti in campo visto che la temperatura al Mongodi si sta alzando, soprattutto con il placet di un meteo che ha regalato altri sorrisi. Come quelli degli Amici del MoyaMoya, una delle associazioni a cui andranno i proventi 2016, presenti al gran completo a sostegno di una delle loro anime nonché di uno dei pilastri della kermesse, l’imprenditore Pinuccio Mauriello. In effetti quando il gioco si fa duro ogni dettaglio non fa trascurato, neppure quello del tifo. Che per l’Accademia coincide sempre con un sostegno puntuale, preciso e caloroso al mondo del sociale. Quello che, al primo turno oppure in finale, vince sempre su tutto.
E domani un altro martedì tutto da vivere, a meno due dal traguardo. In vista dell’ultimo chilometro si fa già a spallate per conquistare la posizione migliore. Un consiglio? Cinture allacciate, da adesso in poi più che mai.