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Tennis 2017, ecco Ganz e Lucchini: «Vi raccontiamo Petagna, Caldara e Kessie»

stefano lucchini MCO_1888A Bergamo, anzi a Cividino, tornano sempre col sorriso, per abbracciare una terra a cui sono rimasti legati anche oltre il rettangolo verde. Al Tennis 2017 è stata anche la sera di Maurizio Ganz e Stefano Luccini, ex atalantini che impugnano la racchetta per la solidarietà. «Una volta riuscivo a fare tutto il torneo, ora con papà è un po’ più difficile: da Milano a qui basta un attimo, da casa di papà sono invece cinque ore ad andare e altrettante per rientrare. Ma ci siamo, non potevamo certo mancare», è il sorriso dell’ex bomber, ancora nei cuori nerazzurri. Dopo un anno così, impossibile non spendere applausi: «Il vero colpo da maestro è stato fatto da Sartori, ma soprattutto da Percassi – è la riflessione di Maurizio Ganz, a Bergamo tra 1992 e 1995, poi di nuovo nel 2000/2001 -: nel momento difficile d’inizio stagione, quando i risultati non arrivavano, hanno scelto di dar fiducia a Gasperini. Un altro presidente forse lo avrebbe esonerato, e sarebbe stata un’altra stagione, sicuramente più difficile. I risultati hanno dato ragione a Gasperini, e questa Europa è pienamente meritata». Da attaccante ad attaccante, nell’alchimia di un campionato sontuoso c’è stato il ruolo determinante di Andrea Petagna. E Ganz che idea s’è fatto, dell’ariete triestino? «Gasperini ha fatto sì che il ragazzo cambiasse il suo modo di pensare, di mettersi a disposizione per la squadra – ragiona il centravanti di Tolmezzo, con trascorsi importanti anche con le due milanesi, oggi allenatore dopo aver appeso gli scarpini al chiodo -. Ha giocato con mio figlio nelle giovanili del Milan, già la scorsa estate avevo consigliato di scommettere su di lui: ora crescerà anche sotto l’aspetto realizzativo, ne sono convinto».

Dal 2011 al 2014, Bergamo è stata «casa» anche per Stefano Lucchini, un altro che l’Europa l’ha assaggiata, con addosso la casacca della Sampdoria. Ora l’atmosfera continentale tocca all’Atalanta, un traguardo «raggiunto meritatamente, ma che a inizio stagione non mi sarei mai aspettato», riflette il difensore cresciuto in terra lodigiana. Nella ricetta vincente sfornata da Gian Piero Gasperini, ci sono due ciliegine che Lucchini – classe ’80, tre stagioni e 66 gettoni in A con l’Atalanta, nell’ultimo campionato alla Cremonese per una scelta di cuore, ora pronto all’avventura oltre il calcio giocato – ha conosciuto e cresciuto un anno fa a Cesena, quel Caldara e quel Kessie che si sono imposti alla ribalta della A: «L’esplosione di Mattia me l’aspettavo, ho potuto conoscerne le qualità. Gli dissi che se avesse parlato di più nel guidare la difesa avrebbe raggiunto risultati importanti, ora ha ottenuto ciò che merita, perché oltre a essere un grande giocatore è pure un bravissimo ragazzo. Kessie? A Cesena arrivò come centrale difensivo, poi sbocciò da centrocampista grazie all’intuizione di mister Massimo Drago, affermandosi come la miglior rivelazione della scorsa stagione di B: ha qualità fuori dal comune, pochi nel nostro campionato sono a quel livello». Dalle voci al sudore, quello sui campi del Centro «Mongodi», il Tennis 2017 s’appresta a vivere il rush finale della prima settimana. In un giovedì ricco d’incontri, nel tabellone s’è inserito anche Luca Facchetti, vice del bergamasco Stefano Vecchi (che raggiungerà Cividino prossimamente) sulla panchina dell’Inter, ma soprattutto testimonianza di un legame di memoria che si rinnova sempre, quello tra l’Accademia dello Sport per la Solidarietà e un esempio straordinario di sport e umanità, Giacinto Facchetti.