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Tennis 2017, una solidarietà da medaglia d’oro. Mike Maric e Igor Cassina: «Qui per far del bene»

igor cassina, mike maric MCO_1342

Ragazzi d’oro in campo per la solidarietà. Il Tennis 2017 riparte sui soliti ritmi, quelli dei sorrisi e dell’entusiasmo, ma anche dell’impegno e della beneficenza. La settimana conclusiva dei tornei si apre con l’arrivo di due amici dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà pronti a sfidarsi per la vittoria più importante, quella che può regalare aiuti concreti a chi ne ha bisogno. Ecco allora Mike Maric e Igor Cassina, amici nella vita e rivali sulla terra rossa per una sera. Due campioni, due atleti di livello mondiale, ma anche due ragazzi che sanno regalare simpatia e gioia. «Insieme a Mike, cerco di essere presente quando serve e dove serve. Poter essere vicini, attraverso nostra presenza, a tutte persone le persone che hanno problemi, soprattutto se bambini, è una cosa che ci rende particolarmente entusiasti e fieri», racconta Igor Cassina, ragazzo d’oro della ginnastica artistica italiana, indimenticabile protagonista alle Olimpiadi del 2004, quando ad Atene centrò una vittoria a cinque cerchi che lo proiettò nella leggenda. In una serata in cui il Centro «Mongodi» ha dovuto fare i conti con spruzzi di pioggia, Mike Maric non ha certo sofferto l’acqua, dopo una vita passata… in apnea. Un record di sei minuti e quindici secondi col fiato trattenuto a profondità pazzesche, fino a settanta metri, e un alloro da campione del mondo di apnea messo in bacheca nel 2004, Maric ha aperto il libro dei ricordi per sviscerare i segreti di una disciplina affascinante: «Serve allenare la testa, più che la respirazione. La paura? A quelle profondità la fifa c’è sempre, fa parte del gioco: ma se riesci a controllarla, diventa poi una componente piacevole di questi sport estremi». Dopo il ritiro, Maric ha intrapreso con successo l’avventura da coach, mettendo la sua esperienza preziosa al servizio di talenti del calibro di Federica Pellegrini e Filippo Magnini. Ma ancora oggi, quando ripensa a quelle immersioni da brivido, quali emozioni rimangono? «Per la testa in quei momenti non ti passa niente, c’è solamente il vuoto – spiega Maric, classe 1973, nato a Milano ma di origini istriane -. Devi avere un ottimo controllo su corpo, fare un grande lavoro mentale, lavorare sulle sensazioni del momento. Alla lunga, grazie all’esperienza, riesci a gestire anche le emozioni più difficili». Le emozioni, ormai, scorrono anche sulla terra rossa e sul sintetico del «Mongodi», perché le finali si avvicinano. Domani sarà il martedì dei quarti di finale per singolare A e B, oltre che per il doppio maschile e misto; per la competizione a squadre, sarà invece la volta delle semifinali.