Gli Amici del torneo: Gian Maria Gabbiani, la velocità nel Dna admin Giugno 5, 2016

Gli Amici del torneo: Gian Maria Gabbiani, la velocità nel Dna

In un Tennis 2016 che va a tutto gas, non poteva mancare un re dell’acceleratore. Si scrive Gian Maria Gabbiani, si legge pilota che sa viaggiare spedito su ogni mezzo e su ogni superficie. Automobile o monoposto o motoscafo che sia, pista o specchio d’acqua, nel suo Dna c’è la velocità.
Non a caso è figlio d’arte, erede di quel Beppe Gabbiani pilota di Formula 1 a cavallo di anni Settanta e Ottanta. Gian Maria, invece, sfodera un curriculum ricco di corse e di vetture. Il debutto sui kart, poi i passaggi in Formula Audi, Formula 3 Italia e Formula 3000, sino al grande salto nella NASCAR, la serie americana più adrenalinica. E poi l’avventura nell’offshore, con risultati di grido: due volte iridato, campione del mondo nella categoria Powerboat Endurance Gruppo B sia nel 2011 che nel 2012.
«Ho fatto di tutto e voglio continuare a fare di tutto: dove c’è competizione, io ci sono. Sono un pilota “vario”, mi definisco un “serial driver”, un po’ come “serial killer”. Cerco di impegnarmi e di divertirmi in ogni ambito», racconta Gabbiani, classe 1978, volto noto del piccolo schermo per le sue partecipazioni a programmi su Nuvolari, Deejay TV, Rai 2, La 7. Tema delle trasmissioni? I motori, of course.
Gabbiani sfata anche un mito. I piloti sono tutti bassi? Macché, lui è una «pertica» e sorride: «Vero, i piloti bassi sono spesso più avvantaggiati: io invece sono alto un metro e novantatré, mio papà probabilmente si è impegnato troppo», sorride il pilota. E a chi gli chiede quale sia il trionfo più bello, lui risponde parafrasando Enzo Ferrari: «La vittoria più bella è quella che verrà». Un po’ come per l’Accademia dello Sport per la Solidarietà: dopo il milione di euro centrato lo scorso anno, ora si va in cerca di nuovi traguardi. Con un amico in più: Gian Maria Gabbiani, il «pilota seriale».