Solidarietà

Provette, reagenti e tamponi: l’ultima donazione al laboratorio di Calcinate

Il giusto coronamento di 4 mesi passati dalla parte dei nostri malati, delle strutture sul territorio, mille tentativi per allievare le sofferenza della nostra terra. L’ultimo grande sforzo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà è stato un contributo di circa 70mila dollari per l’acquisto di provette, reagenti e tamponi per il super laboratorio nato a Calcinate, sotto la direzione del dottor Alessandro Montanelli e dell’Asst Bergamo Est: una struttura innovativa, tecnologicamente all’avanguardia, in grado di processare fino a 2.500 tamponi al giorno.

“Un grande, enorme, grazie va a tutti i nostri amici sponsor, che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno – sottolinea Giovanni Licini – Senza di loro nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. E nemmeno senza i nostri volontari che hanno lavorato senza sosta anche da casa durante il lockdown. Con l’ultima donazione per il laboratorio di Calcinate abbiamo concluso la nostra attività solidale di questo strano 2020. Speriamo di non dover fare i conti con un ritorno del virus in autunno ma di poter tornare ai nostri soliti appuntamenti: abbiamo dovuto annullare il torneo di tennis, ora l’unico evento sportivo che ci rimane sarà il golf a settembre. Grazie ancora a tutti”.

Più di un milione di euro raccolto e trasformato in progetti di solidarietà per il territorio bergamasco martoriato dalla pandemia Coronavirus che qui, più che in altre zone d’Italia, ha colpito in modo profondo la popolazione, l’economia e la società.

L’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo sin dai primi giorni di emergenza si è piazzata in prima linea, per assolvere a un compito durissimo ma che è insito nel proprio dna: aiutare la propria gente.

Lo ha sempre fatto e non si è sottratta nemmeno di fronte a una crisi pesantissima, sanitaria ed economica, che ha straziato la Bergamasca: da subito il grido di aiuto del territorio è stato accolto con serietà, senza alcuna minimizzazione.

È bastato poco a Giovanni Licini, anima dell’Accademia, per mettere in moto la straordinaria macchina della solidarietà: pochissimi giorni sono passati dalla prima richiesta di sostegno da parte di Gianluigi Patelli, primario di Radiologia dell’ospedale Bolognini di Seriate, all’arrivo di una Tac mobile noleggiata in Olanda grazie ai fondi garantiti da un gruppo formato da una quindicina di imprenditori orobici.

Tanti altri sponsor che da sempre stanno al fianco dell’Accademia dello Sport hanno dato, ognuno per le proprie possibilità, un grande contributo: chi con donazioni in denaro, chi con macchinari e dispositivi medicali.

Sempre al Bolognini, grazie a Banco Bpm Fondazione Credito Bergamasco, è arrivato anche un nuovo ecografo portatile, per monitorare l’evoluzione clinica dei pazienti Covid: e ancora flussimetri, caschi Cpap, addirittura un nuovo e più potente sistema di erogazione dell’ossigeno.

Una spinta decisiva, però, è arrivata anche per la nascita dell’ospedale da campo in Fiera, struttura che ha permesso di dare respiro agli ospedali un momento in cui erano molto vicini al collasso: i fitti contatti con l’Associazione Nazionale Alpini e con il suo direttore generale della sanità Sergio Rizzini, la corsa contro il tempo per reperire tutto il necessario affinchè potesse accogliere pazienti anche molto gravi.

Ma anche pochi giorni prima del lockdown l’attività dell’Accademia dello Sport era ben focalizzata sui propri obiettivi: all’Asst Bergamo Ovest è stato recapitato un ecografo di ultima generazione destinato al reparto di Pediatria.

 

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Donato un ecografo per la pediatria dell’Ospedale di Treviglio

L’Accademia dello Sport per la Solidarietà prosegue la missione al fianco della sua gente. Dopo la vicinanza al popolo bergamasco con una raccolta fondi che ha passato il milione di euro in piena emergenza Covid-19, la nostra associazione ha donato un ecografo del valore di 40mila euro già pochi giorni prima del lockdown, uno strumento già utilizzato per diagnosi accurate sui piccoli pazienti.

Grazie alla donazione da parte dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, in questi mesi di piena emergenza l’Asst Bergamo Ovest ha potuto contare su un ecografo di ultima generazione per il reparto di Pediatria.

“Conosco da tempo l’attività dell’Accademia, sempre vicina alle esigenze del territorio bergamasco e mi ha fatto molto piacere quando il Direttore della Pediatria Paolo Menghini mi ha informato che quest’anno il loro sguardo si sarebbe rivolto anche un po’ al di fuori del loro abituale bacino, verso l’ASST Bergamo Ovest spiega il direttore generale Peter Assembergs -. Mentre ci accingevamo a coronare con la serata la PalaCreberg la donazione, è arrivata l’emergenza per la pandemia da Covid-19. Invece di annullare tutto, l’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo ha rinforzato ulteriormente il suo supporto e, grazie all’instancabile lavoro di Giovanni Licini e la generosità dei soci ed amici dell’Accademia, nelle scorse settimane, sono state donate altre indispensabili apparecchiature alle strutture sanitarie così duramente colpire dalla pandemia. L’ecografo è giunto pochi giorni prima del lockdown e abbiamo potuto utilizzarlo già in questi mesi per diagnosi e screening sempre più accurati sui bimbi ricoverati e sui neonati venuti al mondo nel nostro Ospedale in questo periodo così strano”.

Una scelta di cui va particolarmente orgogliosa anche l’Accademia: “In questi mesi ci siamo impegnati, e continuiamo a farlo ogni giorno, per combattere l’emergenza Coronavirus – racconta Giovanni Licini – Ma siamo abituati anche a pensare al futuro, per il bene del nostro territorio, e questa donazione, la prima a favore dell’Asst Bergamo Ovest, si inserisce proprio in questa visione a lungo termine. Un segnale di speranza e ripartenza delle normali attività sanitarie ed era doveroso rivolgere la nostra attenzione verso una struttura che ricopre un importantissimo presidio sanitario nella Bassa bergamasca”.

A beneficiare della donazione, come detto, è soprattutto il reparto di Pediatria, diretto da Paolo Menghini: “A nome mio e dei miei collaboratori ringraziamo l’Accademia per la bellissima sorpresa. Ci servirà soprattutto per lo studio degli organi e degli apparati in bimbi in età neonatale e pediatrica. Grazie a questo macchinario saremo in grado di svolgere esami più approfonditi nei nostri laboratori e a servizio di tutta la Asst di Treviglio”.

Anche l’amministrazione comunale di Treviglio, per bocca del vicesindaco Pinuccia Zoccoli Prandina, ha voluto esprimere la propria gratitudine all’Accademia, per essere stata “così sensibile in questa emergenza offrendo aiuti concreti sotto forma di apparecchiature e strumentazioni innovative. A Treviglio la donazione di un ecografo di ultima generazione per la Pediatria permetterà diagnosi sempre più accurate sui piccoli pazienti. Come amministratore pubblico plaudo all’intesta pubblico-privato e alla collaborazione con persone così illuminate come Giovanni Licini”.

Sull’impegno di tutta l’associazione ha voluto chiosare ancora il dottor Assembergs: “In questi mesi ha fatto qualcosa di indescrivibile in aiuto alla sanità bergamasca: durante l’emergenza Covid-19, attraverso la rete di conoscenze e la fiducia degli imprenditori del territorio, ha raccolto più di un milione di euro, tutti devoluti agli ospedali bergamaschi. Il nostro auspicio è che il virus scompaia presto e che a tutti noi sarà così permesso di ritrovarci ad una partita di tennis o ad affollare un teatro per raccogliere altri fondi per le prossime vostre ‘battaglie’ sociali”.

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“Diamo una mano alla nostra gente”: la gratitudine dei guariti verso l’Accademia

Le testimonianze di Emilio Bailo e Mariapia Colombo Zefinetti, il loro ringraziamento a Giovanni Licini e all’Accademia dello Sport per la Solidarietà, e del dottor Gianluigi Patelli

“Siamo finalmente fuori dal rischio Covid 19, o quasi, dopo aver passato come tanti le pene di questo incredibile incubo. Ormai a casa da un paio di settimane, dopo essere transitati dall’ospedale Bolognini di Seriate e dalla Rsa Piccinelli di Scanzorosciate, stiamo rimettendoci in forma e recuperando tutto il piacere del vivere quotidiano partendo dall’apprezzamento delle cose più semplici. Dobbiamo ringraziarla per quanto ha fatto facilitando il nostro ricovero ospedaliero, ma anche quello del nostro amico Massimo Rota.
I medici ci hanno riferito che se avessimo ritardato di 2/3 giorni ce la saremmo vista proprio molto più brutta…
Grazie a questa eccezionale disavventura siamo venuti a conoscenza dell’Accademia dello Sport e della Solidarietà che francamente non conoscevamo. Abbiamo avuto modo in queste settimane di conoscere ed apprezzare l’importante ruolo svolto da lei e dall’Accademia durante la pandemia con importanti interventi sulla sanità bergamasca, non ultimo l’Ospedale degli Alpini.
Che dire? Lei e l’Accademia rimarrete sempre nei nostri cuori per quanto avete fatto e ve ne saremo per sempre grati. Chissà! magari, speriamo, si creerà l’occasione per poter ringraziarla di persona.
Per sdebitarci almeno un poco abbiamo pensato di effettuare un’offerta all’Accademia, un piccolo segno di riconoscenza ma anche un modo per fare anche noi la nostra parte a favore di chi ancora non è fuori pericolo. Nella storia d’Europa dopo millenni di lotte sanguinose e crudeli, siamo le prime generazioni a non aver vissuto la guerra, purtroppo la pandemia è la nostra guerra…
Con grande riconoscenza e stima”.

 

“Caro Giovanni -commenta Gianluigi Patelli, direttore del Dipartimento dei servizi dell’Asst Bergamo Est e direttore della Radiologia dell’ospedale Bolognini-: credo che questo genere di ringraziamenti, proprio perché non aspettati, siano la testimonianza di due cose:
1)L’Accademia, il cui cuore pulsante sei tu, ha fatto qualcosa di grande , ed è stata indispensabile in questa emergenza non solo sanitaria ma anche sociale;
2) la maggior parte delle persone che fanno parte del territorio s’è accorta della solidarietà e del bene che, nei giorni più difficili, montava sempre di più a proteggere la nostra provincia.

Dovete essere fieri di quel che avete fatto e che state ancora facendo. Rimarrà nella storia di Bergamo

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La Tac Mobile per altri due mesi a Seriate. Patelli “Fondamentale l’intervento dell’Accademia”

Il grande dono della Tac Mobile da cui tutto ha avuto inizio nei primi giorni dell’emergenza Covid-19, l’intuizione dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà per il Bolognini di Seriate, attraverso il racconto di chi ha il compito di gestirla.

Era l’11 marzo e a far recapitare all’ospedale di Seriate, uno di quelli più sotto pressione dalla diffusione della pandemia nel nostro territorio, una preziosissima Tac mobile è stata l’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo: l’associazione benefica è stata in grado di raccogliere, grazie alla fondamentale disponibilità di una quindicina di imprenditori del territorio, i 150mila euro necessari per il noleggio per due mesi del macchinario, arrivato dall’Olanda dopo 23 ore di viaggio.

E ora quegli stessi imprenditori si sono impegnati per fare in modo che la Tac mobile rimanga nella disponibilità dell’ospedale per altri due mesi, per affrontare con maggiore serenità questa nuova fase dell’emergenza.

A gestirla c’è Gianluigi Patelli, direttore del Dipartimento dei servizi dell’Asst Bergamo Est e direttore della Radiologia dell’ospedale Bolognini: “Per noi è stata una donazione provvidenziale. Ci ha permesso, nel momento in cui la tempesta stava montando ed era impetuosa, di riuscire a stare anche solo quel mezzo passo in avanti per non esserne travolti. All’inizio ci ha consentito di far fronte in modo adeguato alla quantità impressionante di pazienti che arrivavano dal Pronto Soccorso. E poi ci ha permesso di iniziare da subito a pensare a come separare i percorsi diagnostici”.

La Tac mobile si è aggiunta così a quella fissa già presente all’interno della struttura ospedaliera, ma dalle donazioni sono arrivati anche ecografi e radiografi portatili che hanno consentito di separare l’ambiente del pronto soccorso da quelli di ricovero, in modo da ridurre il più possibile le occasioni di contagio.

“In questo modo abbiamo fatto arrivare in Radiologia solo i pazienti che necessitano di esami particolari – sottolinea Patelli – La Tac mobile, di fascia così alta, ci ha dato e ci sta dando respiro, garantendoci una certa tranquillità nella gestione dei pazienti e dei relativi follow-up. Questo a prescindere da quella che sarà l’indicazione futura della Regione sulla ripartenza”.

Il ringraziamento all’Accademia dello Sport si rinnova: “Senza il loro intervento non so come avremmo fatto – evidenzia Patelli – Di questa malattia sappiamo ancora pochissimo: c’è bisogno di condurre tutta una serie di esami, tra cui quelli radiologici, anche per vedere se dà reliquati. Ma il loro sostegno non si è fermato a donazioni e macchinari tecnologici: è stato fondamentale anche l’apporto umano, il ricevere la carica dalla sicurezza di averli al nostro fianco. In organico abbiamo personale che dal 23 febbraio ha fatto al massimo 4 giorno di riposo: avere tutto il sostegno, anche psicologico, ci ha permesso di superare dal punto di vista emotivo questa situazione drammatica. È stata la nostra bombola d’ossigeno, la nostra forza nascosta nei momenti più bui”.

Parole accolte con piacere dai vertici dell’associazione benefica: “Quest’anno abbiamo rinviato il nostro programma sportivo per dedicarsi esclusivamente alla solidarietà sul territorio – sottolinea il presidente Alessandro Masera – Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e abbiamo ancora molti fondi da impegnare: un grazie al nostro trascinatore Giovanni Licini che si è mosso giorno e notte per dare una mano. Non ci fermiamo, abbiamo tante altre sfide difficilissime davanti a noi, anche quando l’emergenza sanitaria sarà conclusa: sono però fiducioso, perchè in questo periodo la laboriosità e la generosità dei bergamaschi mi ha davvero sorpreso“. 

Dal giorno del suo arrivo nel piazzale antistante il Bolognini, la Tac mobile ha svolto parecchie centinaia di esami, con una media grossolana tra i 10 e i 15 pazienti al giorno: “Tra un esame e l’altro, ovviamente, va fatta la pulizia del macchinario: chiariamo, non è un ‘pazientificio’, è servita da supporto alla Tac fissa per sopperire all’enorme richiesta che c’è stata in questo periodo”.

La procedura prevede che il paziente arrivato in pronto soccorso venga triagiato e, se necessario, viene inviato alla Tac mobile: “Si tratta dell’esame migliore per fare una fotografia della situazione – spiega il primario di Radiologia – In pochissimo tempo ci dice se il paziente ha segni di coinvolgimento polmonare e di alterazioni compatibili e tipiche della diagnosi di infezione da Covid-19. La velocità è una caratteristica importantissima: il paziente deve trattenere il fiato per pochissimi secondi, rendendo l’esame idoneo anche per tutti coloro che hanno forti difficoltà respiratoria per cui quell’operazione è complicata. Per noi è un esame di qualità superiore: la Tac, insieme alle indagini ematochimiche e al tampone, ci permette di fare la diagnosi. E in seguito anche di monitorare il decorso del paziente. Al momento è a disposizione esclusiva dei pazienti Covid”.

Seriate è stato tra i primi ospedali a sperimentare le difficoltà e l’altissimo afflusso continuo di pazienti e ora ha iniziato a vedere la luce: ma proprio quei momenti complicati si sono rivelati un’utilissima fonte di dati e informazioni che sono stati messi anche a disposizione anche di Sirm, Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, per arrivare a definire dei protocolli da seguire.

“Stiamo vivendo un momento di relativa calma – ammette, con tutte le riserve del caso, il dottor Patelli – Siamo sempre oberati, ma prima eravamo travolti. Ogni mezza giornata si facevano nuove osservazioni che trasmettevamo agli organi societari italiani per dare indicazioni che potessero essere preziose anche per altre realtà italiane. Non abbiamo fatto le cavie, ma è stato importante e intelligente non aver fatto sanità fine a se stessa e solo per noi: abbiamo avuto la lucidità e la capacità di fare questo lavoro in collegamento con le autorità scientifiche, accendendo la luce su alcuni aspetti della malattia. E continuiamo a fare osservazioni molto interessanti, con la differenza che oggi abbiamo il tempo anche per confrontarci con altri ospedale e partecipare a protocolli multicentrici che mettono in comune e condividono le varie esperienze. Speriamo non sia necessario, ma questo lavoro sarà importantissimo qualora dovesse verificarsi un ritorno di fiamma dell’infezione: la pandemia non è un evento controllabile, ma l’affronteremmo con più consapevolezza”.

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La vita in corsia ai tempi del Covid 19 a Seriate. “Un sollievo l’aiuto arrivato dall’Accademia”

“Un grande aiuto è arrivato anche dagli industriali bergamaschi e dalle donazioni confluite nell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, che ci ha fatto avere una preziosa Tac mobile e tanti altri dispositivi fondamentali allo svolgimento del nostro lavoro, come i caschi Cpap, l’impianto d’ossigeno, i flussimetri. Un sollievo anche per noi”.  

 
“Un vero tsunami, per più di un mese abbiamo avuto un’ondata pazzesca di pazienti”: la sintesi migliore, un messaggio forte e chiaro lanciato dal dottor Roberto Keim, direttore del dipartimento di emergenza urgenza e dell’unità operativa complessa di anestesia rianimazione e terapia intensiva dell’Asst Bergamo Est, usa per descrivere la situazione vissuta all’ospedale Bolognini di Seriate, una delle strutture messe più a dura prova dell’emergenza Coronavirus.
“Al pronto soccorso avevamo 100 accessi Covid, tutti con insufficienza respiratoria – ha raccontato il dottor Keim– In pochissimo tempo abbiamo dovuto trasformare l’ospedale, con tutti i 230 posti letto a vocazione Coronavirus. Dagli ordinari 6 letti di terapia intensiva siamo arrivati piano piano a 22: 9 in rianimazione, 7 li abbiamo trasformati nell’unità coronarica, un paziente in ciascuno dei 6 blocchi operatori. Il tutto sempre con lo stesso organico, anzi da quel punto vista abbiamo dovuto fare i conti con parecchie defezioni: in più dovevamo gestire anche una sessantina di pazienti con caschi Cpap, la mole di lavoro è stata impressionante e incessante”.
Ora la situazione pare essersi quantomeno stabilizzata, con un massimo di 15 accessi al giorno in pronto soccorso ma più spesso una media di 2-5 pazienti: un termometro affidabile dell’andamento del contagio, con valori ben lontani dai picchi raggiunti nella fase acuta. “Sapevamo che era scoppiata la bomba, con malati scaricati continuamente in ospedale e la maggior parte di loro in grossa difficoltà respiratoria. Quella è stata la fase più difficile, perché ci trovavamo a dover dare risposte velocissime, dal punto di vista clinico, logistico, di informazioni ai pazienti e ai loro parenti, che si sono visti improvvisamente togliere il diritto di vedere i familiari ricoverati. Continuavamo a trasferire pazienti, fuori provincia, fuori regione, addirittura fuori dall’Italia”.
L’emergenza ha creato un’incredibile unione di intenti, una straordinaria disponibilità e volontà del personale che, seppur decimato da malattie e pensionamenti, non è mai arretrato di un centimetro: “Non sono stati solo i medici a sacrificarsi, ma ho visto e apprezzato moltissimo anche il lavoro degli infermieri – evidenzia il dottor Keim – Si sono messi alla prova anche in situazioni mai affrontate, nessuno ha mai guardato all’orologio o al giorno di riposo. Io stesso non vedo la famiglia da due mesi e la maggior parte di noi è in questa condizione. In più abbiamo perso tanti colleghi, con cui lavoravamo fianco a fianco: ma in questa brutta esperienza abbiamo trovato compattezza”. 
 
È nelle difficoltà dunque che l’ospedale ha trovato nuove forze, dall’interno, ma anche grazie al sostegno del territorio: “All’inizio non ci aspettavamo una situazione simile – ammette Keim – Eravamo profondamente impreparati ma ci siamo rimboccati subito le maniche per trovare nuovi posti letto in terapia intensiva e i dispositivi di protezione individuale. Un grande aiuto è arrivato anche dagli industriali bergamaschi e dalle donazioni confluite nell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo, che ci ha fatto avere una preziosa Tac mobile e tanti altri dispositivi fondamentali allo svolgimento del nostro lavoro, come i caschi Cpap, l’impianto d’ossigeno, i flussimetri. Un sollievo anche per noi”.
 
Oggi il direttore del dipartimento di emergenza urgenza e dell’unità operativa complessa di anestesia rianimazione e terapia intensiva nota una de-tensione, una corsa meno affannosa al reperimento di nuovi posti letto: “Lo diciamo con molta cautela – si affretta a precisare – Stiamo respirando un po’ di più, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia: il livello di attenzione è altissimo, anche nella nostra cura e nell’uso maniacale dei dispositivi di protezione individuale, che fortunatamente ora abbiamo a sufficienza. Non possiamo commettere errori, a cascata si innescherebbe di nuovo tutto il ciclo pandemico, che per definizione non è prevedibile. Non ci troverebbe comunque più impreparati, ma non lasciamo spazio a facili entusiasmi: abbiamo tirato fuori il naso dall’acqua e iniziamo a respirare con una narice ma abbiamo ancora tutto il corpo sommerso. Stiamo immagazzinando dati, valutando e studiando i vari protocolli che ogni giorno, se consoni, ci troviamo ad applicare.Tutto questo ci cambierà e dovrà necessariamente portare a una riorganizzazione della sanità. Ora la cosa che desideriamo di più è quella di poter tornare a sorridere, magari togliendoci la mascherina: sarebbe il regalo più bello per lenire le fatiche fisiche e psicologiche”.
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Raggiunto il Milione per la Solidarietà. Seriate, in arrivo un ecografo portatile

Obiettivo raggiunto. Il grande traguardo dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà è stato centrato: un milione di euro in un solo mese per il nostro territorio così provato dal Coronavirus. Ancora una volta l’Accademia ha risposto presente e continuerà a investire il proprio tempo per gli altri: di questi 30 giorni restano i grandi traguardi tagliati, la tac mobile e l’aiuto per l’impianto dell’ossigeno a Seriate e il grandissimo contributo per la realizzazione di tutto l’impianto per l’ossigeno al nuovo Ospedale da campo della Fiera di Bergamo.

Per vocazione vicini alle situazioni di fragilità ed estremo bisogno, non potevamo far mancare il nostro aiuto di fronte all’emergenza di portata mondiale che ha travolto in modo veemente la Bergamasca.

 “In un mese abbiamo centrato questo traguardo – spiega Giovanni Licini-. Abbiamo creato una rete con i vecchi sponsor e con quelli nuovi trovati sulla nostra strada che credono in quello che da tanti anni portiamo avanti nel nome della solidarietà. Ancora una volta abbiamo dimostrato di agire direttamente sul campo: la nostra beneficenza va in base alle esigenze del territorio e degli enti che aiutiamo. Grazie ai sostenitori e ai collaboratori: anche noi ci siamo dovuti adeguare allo smartworking e tutta l’Accademia ha dimostrato di essere all’altezza, certi traguardi si raggiungono grazie al contributo di tutti. La nostra spinta alla Solidarietà ci porta a fare di tutto per soddisfare le esigenze dei nostri conterranei oggi in difficoltà”.
Per Giovanni Licini e la sua squadra è carico di affetto il messaggio di monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia di Bergamo: “La parola ‘Corona’ in questi giorni ha perso la sua lucentezza, preziosità, brillantezza, bellezza, regalità ed è diventata sinonimo di morte, dolore, pianto, distacco, crisi. Il virus però non è riuscito ad avere l’ultima parola. Contro la sua nefesta tirannide si è presentato un altro sovrano: l’amore, con i suoi gesti reali e regali. Reali come sono stati gli interventi dell’Accademia della Solidarietà, regali come il traguardo incredibile del Milione superato dall’unione degli Amici dell’Accademia. Reali sono stati gli interventi accanto agli Alpini, Artigiani, Atalantini all’ospedale alla Fiera, regali come gli aiuti ai nostri Ospedali di Seriate e Bergamo e ad altri enti. Reali e regali che hanno la Corona dell’Amore, l’unica più potente di quella del virus tiranno, l’unica vera, l’unica che resta. Reali e regali sono stati gli amici dell’Accademia che questa Corona d’Amore la difendono e la portano con coraggio”.

Tutto il consiglio direttivo della nostra Associazione ha seguito da vicino e ha scalpitato insieme a Giovanni Licini per poter aiutare il prima possibile il popolo bergamasco. “Abbiamo raggiunto un grande traguardo e ne siamo davvero fieri in questo momento tragico -spiega il consigliere Ezio Chiesa-. Tutto il nostro impegno è destinato al territorio bergamasco che ora ne ha bisogno, sperando che il prima possibile le così migliorino”.

Tutto è partito da una richiesta di aiuto arrivata dal dottor Gianluigi Patelli, primario di Radiologia dell’ospedale Bolognini di Seriate: “Ci ha illustrato la situazione e spiegato come una Tac aggiuntiva a quella in dotazione all’ospedale sarebbe stata di grande aiuto. Da quel momento è come se si fosse aperta una diga – commenta Beppe Panseri, titolare della Despe e da sempre al fianco dell’Accademia dello Sport – Grazie ad amici imprenditori abbiamo dato la garanzia dei fondi per il noleggio di una struttura mobile: è stata la scintilla che ha mosso il motore dell’Accademia, Giovanni Licini, che nel giro di pochi giorni ha portato il macchinario dall’Olanda a Seriate. Abbiamo coperto facilmente quella somma, ma poi la solidarietà non si è arrestata e ha raggiunto questo incredibile risultato del milione. La soddisfazione maggiore? Leggere la testimonianza di un 50enne che ringraziava l’ospedale per avergli salvato la vita grazie alla Tac mobile. Bello toccare con mano la grande disponibilità a donare dei bergamaschi”.

Tra i primi ad accogliere l’invito anche Claudio Bombardieri, presidente di Unionchimica: “Questa emergenza ha dato ulteriore prova delle potenzialità dell’Accademia: basta una chiamata e tutti rispondono in modo pratico. Lo spirito dell’Accademia è questo: ognuno per le sue capacità contribuisce come può, credo debba essere da esempio per tutto il mondo. Basta un fischio e si parte, senza nessun secondo fine. Per noi è una grande soddisfazione vedere che il nostro sostegno viene impegnato nel concreto per fare del bene”.

Dalla donazione al sostegno concreto, come nel caso di un nuovo ecografo portatile che sarà regalato all’ospedale Bolognini grazie a Banco BPM e Fondazione Credito Bergamasco: con un software sofisticato e delle sonde sarà in grado, stanza per stanza, di monitorare l’evoluzione clinica dei pazienti affetti da Covid-19.

“La straordinarietà dell’Accademia è proprio questa – aggiunge Fabrizio Arizzi, amministratore delegato di Dasty -, riuscire a catalizzare il senso di responsabilità degli imprenditori e trasformarlo in progetti veri. Sta facendo qualcosa di splendido, i bergamaschi hanno risposto alla grande e dimostrato ancora una volta il loro grande cuore”.
Una realtà benefica che nei giorni scorsi ha attirato anche l’attenzione di Matteo Salvini: il leader della Lega ha chiamato personalmente Licini, complimentandosi e portando poi all’attenzione nazionale il risultato dell’Accademia.

“Negli anni l’Accademia è stata protagonista di imprese eccezionali – aggiunge il deputato bergamasco della Lega Daniele Belotti -. Ma raccogliere un milione di euro in questo momento è qualcosa di storico. Un miracolo che però dimostra non solo il dinamismo ma soprattutto la fiducia che si sono conquistati l’Accademia e Giovanni Licini. La gente è disposta a donare soldi, non a buttarli: ogni centesimo raccolto sappiamo qui dove va a finire”.
Alla fila dei ringraziamenti si accoda anche Alessandra Gallone, senatrice bergamasca di Forza Italia: “Il risultato è andato oltre ogni aspettativa ma è solo l’ennesima conferma della generosità e dell’impegno del territorio bergamasco, che non si piega e non si ferma di fronte a nulla, con grande dignità e senso civico ha visto la partecipazione di tutti a ogni livello. Tutti hanno compreso che il donare all’Accademia è qualcosa che ritorna: grazie a Giovanni Licini e a tutto lo staff, grazie a Bergamo, realtà di cui sono fiera e orgogliosa”.

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Il grazie di Matteo Salvini: anche la politica vicina alla nostra Associazione

Dopo una telefonata informale che ha lasciato Giovanni Licini a bocca aperta (dall’altra parte c’era Matteo Salvini), è arrivato anche il comunicato ufficiale del leader della Lega, pubblicato sulla pagina Facebook “Lega – Salvini Premier” (https://www.facebook.com/422703967772535/posts/3099414103434828/?sfnsn=scwspwa&extid=oBgVKynC4GHmCwwT)

 

Nel testo dal titolo #coronavirus, #salvini “Grazie a un’Associazione Bergamasca che ha raccolto un milione per gli ospedali della provincia”, si legge: “Grazie a Giovanni, un bergamasco infaticabile, tosto e generoso: con la sua Associazione e alcuni imprenditori sta raccogliendo fondi per aiutare gli ospedali della sua provincia ed è stato fondamentale per l’Ospedale di emergenza alla Fiera di Bergamo: ormai ha quasi raggiunto il milione di euro di donazioni. Cuore, capacità, lavoro: grazie all’impegno di alpini, artigiani, tifosi dell’Atalanta e imprese che hanno dato l’anima per la Bergamasca e per l’Italia. Ci rialzeremo più forti di prima, e pazienza se Sala e Gori preferiscono le polemiche”.

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Benedizione all’Ospedale allestito in Fiera: riflessione di Monsignor Giulio Dellavite

A margine della visita del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi all’Ospedale da campo allestito nei padiglioni della Fiera di Bergamo, pubblichiamo un pensiero del segretario generale della Curia, Monsignor Giulio Dellavite

Un’immagine della saggezza ebraica raffigura il male come lo spezzarsi della corda che lega Dio e l’uomo. L’uomo, a forza di tirare dalla sua parte e spesso indebitamente, si trova spezzato e a terra. E Dio cosa fa? Continuano i rabbini: tende la mano all’uomo per rialzarsi, sgarbuglia la corda e fa un nodo per riallacciare il legame. Il risultato però ha anche come conseguenza che, dopo il guaio, la corda è più corda e i due estremi sono più vicini.

Ho avuto la percezione di vivere questo racconto vedendo il Vescovo che attraversava il padiglione della Fiera trasformato in Ospedale. Alpini, artigiani, atalantini al lavoro con la stanchezza sul volto e il sorriso sulle labbra. Orgogliosi del loro cuore, della loro generosità, della loro operosità. Un solo attimo di fermo totale: quello per stare insieme – uniti a distanza – per una breve preghiera e per ricevere la benedizione del Vescovo, davanti al busto del nostro Santo Papa Giovanni, anche lui sbucato, non si sa come e perché, da un magazzino della fiera dove era stato messo o forse dimenticato da qualcuno e ritrovato per coincidenza o per Dio-incidenza proprio in questa occasione. Preferisco credere che voleva esserci anche lui.

Una preghiera e una benedizione che il Vescovo ha poi voluto ripetere anche nel cuore della zona rossa, che ospiterà i casi più delicati, coloro che avranno bisogno della terapia intensiva. Mentre vedevo il Vescovo intrattenersi con chi stava lavorando e ascoltare commosso il grande lavoro, ammirando la grande testimonianza di donazione dei bergamaschi che sono riusciti a costruire in pochi giorni e gratis un ospedale, con la pelle d’oca ho trovato la risposta a due grandi domande che mi sono sentito rivolgere in questi giorni: ma Dio dove è? Ma Dio dove aveva la testa se ha lasciato succedere questa tragedia? Ma Dio non poteva darci una mano? Dio era alla Fiera di Bergamo, Dio era nel cuore di tante persone che difronte alla lacerazione, allo strappo, al trovarsi in terra che il virus ha causato, si sono trovate ancora più unite e sono riuscite a fare un miracolo. È questo Ospedale è a sua volta l’immagine di tante altre persone che in questi giorni hanno vissuto così: i medici, gli infermieri, i farmacisti, i soccorritori, le forze dell’ordine, le maestranze che pulivano, distribuivano, cucinavano, preparavano beni e servizi essenziali per i malati ma anche per tutti e per ciascuno.

E poi ci sono coloro che hanno donato le loro ricchezze o hanno condiviso i loro beni, il loro materiale, i loro soldi perché gli altri potessero lavorare al meglio. In questo modo Dio ha sgarbugliato la matassa e ha fatto un nodo che ci fa scoprire di nuovo legati e ancora più vicini, tra noi e a lui. E Dio la testa ce l’aveva proprio qui, sotto un cappello d’Alpino, sotto una mascherina, sotto un elmetto, sotto una bandana dell’Atalanta, sotto una bustina fatta con le pagine dell’Eco di Bergamo. Dio la testa ce l’aveva dove un bergamasco soffre e un altro dice “ghe pense me!” in tanti piccoli gesti di premura dagli ospedali, ai quartieri, ai pianerottoli. E Dio ce l’ha data una mano, anzi ce ne ha date tante: quella della gente che in modo divino hanno fatto il miracolo della guarigione dei malati, della condivisione dei pani del quotidiano, del risanare quelle gambe di una società che sembrava ormai paralizzata. Sono esattamente gli stessi miracoli che faceva Gesù nel Vangelo. Li fa rifatti, ha solo però usato le mani dei bergamaschi.

Ora manca solo l’ultimo, il miracolo dei miracoli: la Risurrezione, sua e nostra!

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Beschi benedice l’Ospedale da campo: “Chiediamo la supplica al Papa Buono”

Nella mattinata di giovedì 2 aprile, poco dopo le 9, il Vescovo di Bergamo Francesco Beschi, accompagnato dal segretario generale della Curia monsignor Giulio Dellavite, ha benedetto l’Ospedale da campo allestito in Fiera di Bergamo, completato in tempi record grazie anche all’aiuto dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà e pronto ad accogliere i primi pazienti.

“In questi giorni avete lavorato con assiduità, passione, competenza -ha affermato Vescovo di Bergamo Francesco Beschi in Fiera-. Attraverso le immagini della tv ho visto la grandezza di quanto hanno fatto tutti, un vero dono che state facendo alla comunità.

Vengo non tanto a dirvi parole mie, ma a portare questa ispirazione che diventa poi forza, dono di Dio. Benedico non solo voi, ma l’opera delle vostre mani e tutti coloro che in essa troveranno conforto: penso ai malati, agli operatori sanitari e alle rispettive famiglie. 
Tutta la comunità è investita da questa sofferenza, è una vicenda tutt’altro che semplice che ci impegnerà ancora: questa è una risposta sapiente a una sfida imponente. 

Ho pregato alla Madonna dello Zuccarello e a Sotto il Monte. Sappiamo che sarà ancora una lotta dura e il Signore non arriva con la bacchetta magica. La preghiera alimenta una fede interiore che diventa fora concreta e solidale. Chiediamo la supplica a papa Giovanni, attarverso la sua immagine che accoglierà tutti in questo Ospedale”.

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Dall’Austria 50 mila euro. Tifosi dell’ Fc Wacker a fianco degli atalantini: prorogato il noleggio della Tac mobile a Seriate

 Dall’Austria, passando per la Curva Nord di Bergamo, arrivando all’Accademia dello Sport per la Solidarietà. In una decina di giorni il gruppo Tivoli Nord Innsbruck a sostegno della squadra locale dell’Fc Wacker, seconda divisione austriaca, che da più di 20 anni segue anche le vicende dall’Atalanta come tifosi, è riuscito a raccogliere 50mila euro, destinandoli poi agli amici atalantini per un progetto concreto a sostegno della comunità bergamasca.

Da settimane il gruppo manifesta la propria solidarietà alla città di Bergamo e agli amici nerazzurri, tra striscioni in bella vista sulle strade di confine e raccolte fondi. La più importante di queste ha preso il nome di “Bergamo mola mia”: “I nostri amici a Bergamo stanno vivendo un inferno a causa del Coronavirus – si legge sul loro sito – Pertanto, abbiamo trovato qualcosa per dare un piccolo contributo al miglioramento delle loro condizioni: tutti possono partecipare e come ringraziamento riceverete una sciarpa appositamente realizzata per posta”.

Una sciarpa nerazzurra, con la scritta “Bergamo” da un lato e “Mola mia” dall’altro, con l’aggiunta di “Innsbruck è con voi”. Dalla vendita della sciarpa sono stati raccolti 50mila euro in dieci giorni, poi destinati all’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo su indicazione della Curva Nord.

Un somma che servirà per finanziare in parte la proroga del noleggio, per altri due mesi, della Tac mobile arrivata dall’Olanda e in funzione all’ospedale Bolognini di Seriate.

“L’Atalanta è Bergamo, così come lo sono i tifosi atalantini e gli amici di Innsbruck – ringrazia soddisfatto Giovanni Licini dell’Accademia dello Sport – Un gesto di grande umanità, spontaneo, con la sola volontà di aiutare la gente bergamasca in questo momento difficile. Sono fondi che ci daranno una mano, finanziando un macchinario che può prevenire la diffusione del Coronavirus che sta colpendo in modo così terribile il nostro territorio. Come Accademia dello Sport possiamo solo dire grazie ai tifosi austriaci per la loro vicinanza alla nostra terra e anche ai tifosi della Curva Nord che hanno subito pensato alla nostra realtà come la più adatta a investire al meglio l’importante somma raccolta, destinata a un progetto molto concreto”.

La solidarietà degli austriaci, però, non si è fermata qui: anche la società Fc Wacker Innsbruck ha voluto fare la sua parte, accodandosi alla raccolta fondi “Bergamo mola mia”. La sezione eSport, infatti, ha deciso di organizzare un torneo benefico virtuale, la “Coppa Bergamo” che si svolgerà nella serata di sabato 4 aprile: tutto il ricavato dalla quota di partecipazione (su base volontaria) sarà interamente devoluto all’iniziativa in favore del territorio bergamasco.

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